Spagna. Deraglia treno. 77 morti. Video del disastro

SANTIAGO DE COMPOSTELA – Improvvisamente, un botto, come il rumore di un’esplosione. Poi, il silenzio della morte. La testimonianze dei sopravvissuti del disastro ferroviario di Santiago de Compostela, dove il deragliamento di un treno ha fatto almeno 77 morti e 140 feriti, convergono solo su questo punto. «È stato come un terremoto», racconta Francisco Otero, 39 anni, che vive con la famiglia poco distante dai binari. «Ero a casa e ho sentito il rumore di un’esplosione», conferma Maria tersa Ramos, 62 anni, anche lei del posto, «poi ho visto del fumo».

L’incidente, per il quale il momento esclude l’ipotesi di un attentato, è accaduto alle 8.42 di ieri sera. A bordo del treno c’erano 218 passeggeri. Almeno 74 sono morti sul posto, quattro sono stati trasferiti in ospedale ma non ce l’hanno fatta. La scena che i soccorritori si sono trovati di fronte rasentava l’apocalisse: quattro carrozze erano impilate una dentro l’altra, e pressate come una fisarmonica. Un’altra era stata scagliata lontano e uno degli ultimi vagoni si era stabilizzato in una quasi impossibile posizione verticale. «Quando sono arrivato sul posto», continua Otero, «la prima cosa che ho visto è stato il corpo di una donna. Ma ciò che più ha catturato la mia attenzione è stato il silenzio che regnava
introno, poi il fumo e del fuoco. Con i miei vicini abbiamo cercato di tirar fuori la gente intrappolata aiutandoci con mazze, picconi e seghe a mano. Era una situazione completamente irreale».

Il treno, un modello Alvia i grado di viaggiare sia sui binari dell’alta velocità che su quelli normali, aveva lasciato Madrid e si dirigeva verso Ferrol. A Santiago erano in corso i preparativi per la festa di Giacomo, santo patrono della città galiziana, e che sono stati sospesi. Sul treno potrebbero esservi numerosi passeggeri diretti proprio alla festa e
Santiago è metà del «Cammino», storico pellegrinaggio che si protrae dal Medioevo. La velocità alla quale viaggiava nel punto in cui è poi deragliato era, secondo una prima
ricostruzione, di 220 km orari: sarebbe stata questa la causa dell’incidente, ma, ha avvertito la compagnia ferroviaria Renfe, è ancora troppo presto per accertarlo. «C’è
un’inchiesta in corso e bisogna attenderne gli esiti», ha sottolineato, «sapremo dell’esatta velocità quando saremo in grado di consultare la scatola nera». «Alta velocità mortale»,
titola El Mundo, ricordando che in quella zona urbana, a circa 4 chilometri dalla stazione di Santiago, in piena curva, la velocità consentita è di 80 km orari. El Pais, l’altro grande
quotidiano spagnolo, afferma che il correva a 180 km orari. Il primo ministro, Mariano Rajoy, visiterà oggi il luogo dell’incidente. Rajoy, originario di Santiago, aveva espresso
già ieri la propria «solidarietà» alle vittime e ai loro parenti.

Il treno viaggiava alla doppia velocità consentita

Ripeteva «Siamo umani, siamo umani! Spero che non ci siano morti, li avrei sulla coscienza», uno dei due macchinisti del treno Alvia deragliato ieri sera a Santiago
de Compostela. Intrappolato nella cabina dopo l’incidente, era rimasto in contatto radio con la stazione. Come riporta il sito di «El Pais» citando fonti vicine alle indagini, ha detto di aver preso la curva in prossimità della stazione a 190 chilometri l’ora; poi ha detto 200, poi si è nuovamente corretto: 190. I segnali orari nella zona dell’incidente indicano una velocità massima di 80 chilometri l’ora.

Il macchinista, poi estratto illeso, non ha spiegato se sia sia trattato di un problema tecnico o di un errore umano. Appare chiaro però che il treno non ha frenato abbastanza e che ha imboccato la curva difficile e stretta prima della stazione al doppio della velocità consentita. È lì che il treno ha deragliato provocando almeno 77 morti e 140 feriti.

Chi prende quel treno, scrive El Pais, conosce bene quella curva: il giorno dell’inaugurazione del tracciato, il 10 dicembre 2011, quando il convoglio la imboccò per la prima volta ebbe un sussulto che fece quasi cadere diversi passeggeri. Una curva difficile tanto più che arriva dopo quasi 80 chilometri di rettilinea da Ourense, dove il treno ad alta velocità corre senza mai cambiare direzione. Inoltre, sottolinea El Pais, l’ingresso a Santiago è l’unico punto in cui il tracciato non è nuovo ma usa una parte della via ferroviaria di epoca franchista, seppur ampliata, e perde parte delle caratteristiche dell’alta velocità. Una scelta dettata anche dal desiderio di evitare troppi espropri per la costruzione in una zona densamente popolata.

Mistero su italiani a bordo

Secondo il quotidiano spagnolo El Mundo a bordo del treno ci sarebbe  anche un gruppo di giovani italiani. Ma alla Farnesina non risulta che vi fosse un gruppo di italiani: “Il nostro ambasciatore è sul posto», fanno sapere dalla sala stampa, «e sta verificando la presenza di almeno un italiano tra i passeggeri».

 

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