Libia. Il misericordioso Gheddafi invita i ribelli ad arrendersi. Ma è solo propaganda

ROMA – Mentre le forze del regime libico guidato da Muammar Gheddafi hanno lanciato un’offensiva contro la città di Zuwarah, presumibilmente l’ultima roccaforte degli insorti nell’ovest del Paes a un centinaio di chilometri da Tripoli, la televisione libica manda in onda la propaganda mediatica del rais.

Questa volta è apparsa una registrazione nella quale il  colonnello  dialoga con un ribelle pentito. “Hai visto come abbiamo vinto contro gli italiani e contro gli stranieri – dice Gheddafi rivolgendosi all’uomo – .Cosa pensavi di fare, mettere il paese in mano a Osama Bin Laden?  Poi il dialogo si conclude con un messaggio lanciato dal giovane ai ribelli libici ai quali dice: “Questa è un nuovo modo di colonizzare il paese, con la vostra rivolta permetterete agli stranieri di invaderci. Il leader Gheddafi è solo una guida e non un presidente o un capo di stato. Per questo dico a voi della Cirenaica di cessare la rivolta. Dico ai capi tribù dell’est di non aver paura di questi miliziani criminali, come non avevano paura in passato degli italiani”. Ma non finisce qui. La voce dello speaker della televisione libica fa un altro annuncio: “I militari passati con i rivoltosi saranno  graziati  se si arrenderanno. Il beneficio sarà concesso a condizione  che mostrino pentimento e riconsegnino le armi.”
Ma alle parole  del rais  seguono le drammatiche corrispondenze dalle zone calde, dove si combatte la guerra.

I bombardamenti, stando alle ultime testimonianze locali, si sono fatti ancor più violenti. Raid aerei si sono registrati a Ajdabiya, a sud di Bengasi, dove i caccia libici hanno lanciato un bombardamento a tappeto. Non hanno risparmiato nemmeno la caserma dell’esercito e tanto meno l’ospedale dove probabilmente avevano trovato rifugio centinaia di civili feriti.
Zuwarah, invece, è ancora sotto il fuoco delle brigate di Gheddafi, dove si combatte strada per strada, casa per casa. Le notizie, ricordiamo,  vanno prese con cautela, perchè quanto giunto dal paese africano spesso non trova conferme. Gli insorti, infatti, oggi hanno trasmesso un comunicato in cui sostengono di aver ripreso il controllo della città di Breda, punto nevralgico per l’approvvigionamento del petrolio. Ieri la notizia rimbalzata su tutti i media diceva esattamente il contrario.

E la vera battaglia si gioca anche sul versante petrolifero, conteso tra Gheddafi e i ribelli della Cirenaica, in cui un solo vincitore potrà trarre i lauti benefici economici. L’oro nero . Per questo motivo i paesi occidentali nonostante la probabile realizzazione di una No fly zones, che prevede un intervento militare, e il congelamento dei beni libici esportati all’estero non fanno un passo concreto per mettere fine a questa carneficina. Troppi interessi, troppa paura di commettere un’imprudenza che potrebbe creare un irrimediabile rottura negli equilibri del medio oriente.  Il ministro libico del petrolio ha fatto sapere che che onorerà gli impegni siglati con le compagnie straniere, ma nello stesso tempo strizza l’occhio alla Cina, alla Russia e all’India invitandoli di fatto a sfruttare le loro risorse minerarie, se l’occidente continuerà a puntare il dito contro il rais. Una mossa astuta che consente a Gheddafi di creare nei fatti una divisione tra occidente e paesi orientali schierati in una condanna unanime. La posta in gioco l’oro nero.

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