NEW YORK – L’aumento del livello dell’Oceano Atlantico minaccia Miami, in Florida, e le sue case a due passi dal mare. A preoccupare è l’alto numero di proprietà, negozi e alberghi situati molto vicino alla costa, il cui valore complessivo è di quasi 15 miliardi di dollari.
Il problema è emerso durante un’audizione al Senato organizzata a Miami dal senatore democratico Bill Nelson. Ma l’allarme non coinvolge solo la metropoli: secondo il politico tre quarti degli abitanti del sud della Florida vivono in aree a rischio di inondazioni.
Secondo i dati della Ong World Resources, lo Stato dal 1870 ad oggi avrebbe perso 30 centimetri di spiagge. Ed entro il 2016 il mare dovrebbe avanzare ancora di 23-62 centimetri mettendo a rischio soprattutto Miami che si trova a 1,22 metri dalla costa. «Siamo su un terreno fatto di roccia calcarea sedimentaria che è porosa e intrisa di acqua», ha detto il senatore Nelson. «Neppure le dighe funzionerebbero proprio a causa del terreno che è come formaggio svizzero», ha continuando Nelson spiegando che si devono trovare soluzioni innovative.
Il sindaco di Miami, Philip Levine, ha raccontato che i residenti durante le inondazioni sono costretti a camminare con l’acqua fino alle ginocchia per le strade allagate. Inoltre le autorità cittadine hanno promesso di installare tre nuove pompe per fronteggiare le inondazioni attese ad ottobre.