DAMASCO – La Siria è pronta a collaborare con la comunità internazionale contro lo Stato islamico (Is). Lo ha annunciato il ministro degli Esteri del regime di Bashar al-Assad, Walid al Muallem, precisando che qualsiasi attacco aereo deve essere coordinato con Damasco altrimenti si configura come un’aggressione.
Gli Stati Uniti avevano fatto sapere che è allo studio l’ipotesi di estendere gli attacchi contro gli jihadisti al territorio siriano. I raid aerei non sono sufficienti per sconfiggere gli estremisti islamici del Califfato, ha aggiunto Muallem, sostenendo la necessità che i Paesi vicini della regione scambino informazioni d’intelligence con Damasco. «La Siria è pronta ad una copperazione e un coordinamento a livello regionale e internazionale per combattere il terrorismo e sviluppare la risoluzione n. 2170 del Consiglio di sicurezza dell’Onu», ha affermato Muallem, riferendosi alla risoluzione approvata dal Consiglio di sicurezza all’inizio di agosto, che prevede sanzioni contro gruppi jihadisti in Siria e in Iraq. Oggi l’Alto commissario dell’Onu per i diritti umani, Navi Pillay, ha accusato l’Is di compiere una «pulizia etnica e religiosa» in Iraq e ha chiesto di giudicare i responsabili di eventuali crimini contro l’umanità. «Colpiscono sistematicamente uomini, donne e bambini basandosi sulla loro etnia, la loro religione o l’appartenenza settaria e stanno facendo spietatamente una pulizia etnica e religiosa nelle aree sotto il loro controllo», ha affermato Pillay in un comunicato. «Questa persecuzione equivarrebbe a crimini contro l’umanità», ha aggiunto.