Tepco, gestore di Fukushima, condannata a pagare risarcimento a donna suicida

TOKYO  – La Tepco, ente di gestione della centrale nucleare di Fukushima, è stata condannata a pagare un risarcimento di 365mila euro alla famiglia di una donna che si era suicidata dopo essere stato costretto ad abbandonare la sua abitazione a causa della contaminazione radioattiva causata dall’impianto, semidistrutto dal sisma e dallo tsunami dell’11 marzo del 2011.

Si tratta della prima sentenza di questo genere: il tribunale ha ritenuto ricevibile la causa intentata dalla famiglia della 58enne Hamako Watanabe, mentre la Tepco aveva obiettato che l’incidente non poteva considerarsi «che una fra le tante cause» del peggioramento della salute della donna.  La compagnia aveva già indennizzato la famiglia di un altro suicida, ma la questione era stata risolta con un patteggiamento amichevole, senza ricorrere a un tribunale: non è ancora chiaro se la Tepco abbia invece intenzione di presentare appello contro la sentenza.  La Tepco, ente di gestione della centrale nucleare di Fukushima, è stata condannata a pagare un risarcimento di 365mila euro alla famiglia di una donna che si era suicidata dopo essere stato costretto ad abbandonare la sua  abitazione a causa della contaminazione radioattiva causata dall’impianto, semidistrutto dal sisma e dallo tsunami dell’11 marzo del 2011.

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