La campagna potrebbe durare anni
LONDRA – Una campagna militare contro le milizie jihadiste dello Stato Islamico in Iraq potrebbe richiedere degli anni. È l’avvertimento lanciato dal primo ministro britannico David Cameron, che proprio oggi ha aperto in parlamento il dibattito sulla crisi medio orientale, al termine del quale i deputati voteranno sull’adesione agli attacchi aerei sotto comando statunitense. «Questa è destinata a essere una missione che richiederà non soltanto mesi, ma anni», ha detto l’inquilino di Downing Street, «Ma credo che dovremo essere preparati per questo impegno». «Le caratteristiche di questa campagna saranno la pazienza e la perseveranza», ha aggiunto Cameron, assicurando che non ci saranno truppe britanniche od occidentali che «occuperanno l’Iraq».
«Credo che dovremmo fare di più in Siria», ha ammesso il premier britannico. Il parlamento è chiamato a decidere sulla possibilità di partecipare ai raid aerei in Iraq. Bocciato 13 mesi fa, quando la Camera dei Comuni mise il veto a rappresaglie militari contro il regime siriano di Bashar al Assad accusato di aver utilizzato armi chimiche, David Cameron dovrebbe questa volta avere la maggioranza dei voti a fine pomeriggio.
I raid di sei tornado britannici dispiegati nella regione potrebbero iniziare già da stasera. Questa mattina, gli Stati Uniti e i loro alleati arabi hanno lanciato raid aerei contro i jihadisti dello Stato Islamico in Siria, in particolare contro gli impianti petroliferi sotto il controllo del gruppo. Cameron nel suo intervento è stato incisivo: “Bisogna fermare lo Stato Islamico perchè è una minaccia alle strade della Gran Bretagna”, ha tuonato. “E il Regno Unito ha il dovere di combatterlo. La mozione che sarà votata, pensata appositamente per evitare un voto negativo, esclude un intervento di terra ed esclude, per ora, attacchi mirati in Siria, dove comunque servirebbe, secondo molti osservatori e analisti internazionali, un preventivo accordo del presidente Bashar al-Assad. Il voto è previsto al momento per le 17, le 18 in Italia, e ha ricevuto negli ultimi minuti anche il supporto del leader laburista, Ed Miliband. I tre principali
partiti, quello dei Tory, i liberaldemocratici e il Labour, appunto, supportano le intenzioni di Cameron, anche se comunque non sono esclusi voti contrari. Avviando il dibattito, Cameron ha aggiunto: «Qui non si tratta di fantasia, quanto si racconta sta avvenendo e sta avvenendo davanti a noi». L’uccisione dell’ostaggio britannico David Haines (la cui figlia ha rilasciato un video con il quale supporta l’idea dei raid) «ha mostrato che non si tratta di una minaccia lontana», ma di un pericolo «per le vite nel Regno Unito», ha aggiunto il premier.