ROMA – La furia devastatrice dello Stato Islamico (Isis) in Iraq non conosce tregua: questa volta gli uomini del Califfo Abu Bakr al Baghdadi hanno raso al suolo, utilizzando le ruspe, l’antico sito archeologico assiro di Hatra, nel nord del Paese.
E’ quanto ha riferito la tv satellitare curda Rudaw, la quale aggiunge anche che i “tesori di NImrud”, citta’ archelogica assira devastata nei giorni scorsi sarebbero stati “trasferiti” su dei camion in Siria.Le notizie della distruzione di Hatra e del trasferimento del reperti di Nimrud in Siria avvengono pochi giorni dopo un video
diffuso sempre dall’Isis in cui si vedono uomini barbuti distruggere statue e reperti archeologici risalenti a 3mila anni fa nel museo di Mosul, capoluogo della provincia di Ninive eletta a capitale del Califfato dalla scorsa estate.A denunciare il nuovo scempio dei terroristi islamisti all’emittente curda e’ stato Said Mumuzini, portavoce locale del Partito Democratico del Kurdistan (Pdk) che guida il governo autonomo del Kurdistan iracheno, il quale ha aggiunto che i militanti dell’Is “hanno rubato monete d’oro e d’argento usate dai re assiri e che erano conservate nella città”. La stessa Rudaw, citando l’archelogo iracheno Amer al Ubeidi, ha riferito che gli uomini del califfato “dopo averi depositati in case di civili fuggiti, hanno trasferito decine di reperti archeologici” prelevati dal museo di Mosul e da Nimrud “a bordo di camion in Siria”. Secondo al Ubeidi, i jihadisti “hanno distrutto reperti meno preziosi se paragonati a quelli rubati e trasferiti su grossi camion prima a Mosul per poi lasciare il territorio iracheno verso la Siria”. Stando al racconto dell’archeologo iracheno che insegnava all’universita’ di Mosul, “l’organizzazione ha chiesto agli abitanti della zona vicino al sito di Nimrud di non lasciare le loro case con il pretesto di motivi di sicurezza, ma la gente in maggioranza ha visto le operazioni di trasferimento effettuata dai jihadisti”.Hatra, città archeologica a sud di Mosul e’ stata fondata dalla dinastia seleucide che fiorì nel secondo e terzo secolo avanti Cristo come centro culturale ed economico dell’impero partico. Successivamente, grazie alle alte mura rinforzate da torri, resistette a numerose invasioni tra le quali quella romana guidata da Traiano.