Grecia, qualche progresso, ma i problemi restano

ATENE – Finalmente alcuni progressi, ma con ogni probabilità ci vorranno ancora “”settimane”” per raggiungere un accordo tra Eurogruppo e Grecia, che consenta di stabilizzare l’allarmante situazione di cassa del Paese.

Nelle dichiarazioni che si sono moltiplicate nelle ultime ore si possono scorgere spiragli positivi. Ieri sia il capo della Commissione europea Jean-Claude Juncker, sia il presidente dell’Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem hanno parlato di alcuni passi in avanti.Concetto successivamente  ribadito da un esponente della Bce, il francese Bénoit Coeuré. L’istituzione monetaria peraltro fa parte di quel gruppo di contatto tecnico, assieme a Commissione e Fondo monetario internazionale, che prima con il nome di “”Troika”” (ripudiato su richiesta dei greci) ora con quello di “”Brussels Group”” sta faticosamente cercando di mettere nero su bianco una bozza di intesa. Misure e riforme digeribili per il governo targato Syriza, da una parte, e che dall’altra dovrebbero convincere i partner valutari a sbloccare il versamento dei 7,12 miliardi di euro che restano nel piano di aiuti.Ma appunto non sembra  essere dietro l’angolo. Difficilmente si potrà imbastire qualcosa che vada oltre il meramente simbolico in tempo per l’Eurogruppo informale che si svolgerà venerdì a Riga, in Lettonia, il paese che ha la presidenza di turno dell’Ue. Un portavoce del ministero delle Finanze tedesco ha avvertito che non si prevede un accordo su un pacchetto completo di provvedimenti, semmai un “”bilancio di interim”” delle discussioni. In pratica ancora nulla.

Tuttavia la situazione “”è chiaramente insostenibile  – ha detto ancora Coeuré in una intervista al quotidiano greco Kathimerini – e richiede azioni energiche e rapide da parte delle autorità greche, per impartire una svolta””. Ieri Dijsselbloem ha affermato che è necessario trovare una intesa “”nelle prossime settimane””, indirettamente confermando che non è ancora vicinissima.Nel frattempo  la situazione di cassa dello Stato greco, oltre che tirata è quantomai nebulosa. L’esecutivo guidato da Alexis Tsipras sembra esser riuscito a guadagnare qualche limitato margine temporale requisendo di fatto le casse gestite dalle amministrazioni locali. Ma al prezzo di una sgradevole forzatura interna. E con nuove scadenze che intanto si avvicinano, tra cui una nuova tranche di aiuti da restituire al Fmi, 774 milioni di euro il 12 maggio.Per l’immediato una boccata di ossigeno è giunta  dalla Bce, che ha nuovamente aumentato il limite ai rifinanziamenti di emergenza, tramite il suo canale “”Ela”” a favore delle banche della Grecia. Sale a 75,5 miliardi di euro dai precedenti 74 miliardi ed è sostanzialmente l’ultima fonte di accesso a liquidità per Atene. Era stato aperto lo scorso febbraio contestualmente alla chiusura dei rifinanziamenti ordinari.  Intanto i sindaci greci chiedono un incontro urgente col premier Alexis Tsipras e chiarimenti sulle reali condizioni economiche del Paese prima di dare il via libera al trasferimento delle loro riserve. “Se il Paese rischia la bancarotta, daremo tutto ciò che abbiamo ma prima ci devono spiegare”, recita una nota sul sito dell’associazione nazionale dei comuni greci, mentre i rappresentanti dei governi regionali aggiungono che “non ci sarà nessun trasferimento di fondi” fino a quando non saranno ricevuti da Tsipras. 

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