Una sparatoria è avvenuta in un college “l’Umpqua Community College” a Rosenburg in Oregon, nell’area del fiume North Umpqua, a 300 chilometri a sud di Portland. Attualmente il bilancio, secondo quanto riportato dalla Cnn, è di almeno 10 morti e almeno 20 feriti.
Il capo della polizia della contea di Douglas County, Chris Boice, ha confermato alla Cnn che l’aggressore responsabile dell’attacco è stato arrestato. Ma non è ancora stato specificato se sia rimasto ferito.
Il portavoce dell’ufficio dello sceriffo della contea di Douglas ha inoltre reso noto che le forze dell’ordine sono intervenute nel college verso le 10.40 ora locale. Roseburg è una cittadina di 22mila persone a circa 110 chilometri a sud di Eugene, il campus è frequentato ogni giorno da circa 3mila studenti, tra i quali molti adulti che seguono corsi di due anni di riqualificazione professionale mentre gli edifici sono in totale 16. La polizia ora sta conducendo perquisizioni in ognuno di questi edifici, stanza per stanza, per essere sicuri che non vi siano altri complici o ordigni nascosti. Sta inoltre setacciando l’auto del sospetto autore della sparatoria avvenuta nel college dell’Oregon alla ricerca di possibili esplosivi.
Intanto il presidente degli Stati Uniti Obama, in una conferenza stampa ha fatto sapere che la violenza compiuta con armi da fuoco resta una priorità, lo riferisce il suo portavoce Josh Earnest.
I fatti
Questa è l’ennesima strage in un campus universitario americano. Quasi tutte le vitime sono studenti, colti di sorpresa mentre stavano facendo lezione in classe. Per loro nessuno scampo. Il killer – un ragazzo di 20 anni, forse uno studente che frequentava lo stesso campus – è entrato classe per classe. Ogni volta – secondo una prima ricostruzione – ha fatto alzare in piedi le persone all’interno chiedendo loro di che religione fossero. “Ha chiesto loro se fossero cristiani. Se la risposta era sì, gli sparava alla testa, se era no, gli sparava alle gambe”, ha raccontato una ragazza.
L’omicida è quindi rimasto a sua volta ucciso nel corso dello scontro a fuoco ingaggiato con gli agenti di polizia intervenuti tempestivamente sul posto. Altrimenti la tragedia avrebbe potuto assumere dimensioni ancora più drammatiche, visto che il killer aveva con se’ quattro pistole. Il bilancio provvisorio, comunque, dà alla sparatoria in Oregon un triste primato: quello di avere almeno eguagliato i morti della tragedia della Columbine School, resa nota dal film documentario di Michael Moore. Secondo quanto riferito dalla polizia, non è ancora noto il movente del gesto. Non si sa se il giovane assassino soffrisse di disturbi mentali. E – riferiscono alcune fonti investigative – al momento sarebbe esclusa ogni ipotesi di terrorismo. Di sicuro c’è che ci si trova ancora una volta di fronte a una tragedia annunciata, visto che il giovane assasino avrebbe annunciato ieri sul web il suo piano. Tra l’altro postando su Twitter un messaggio: “Domani non andate a scuola”. Un copione purtroppo già visto in molti altri casi. Così l’America fa ancora una volta i conti con l’impressionante scia di sangue provocata nel corso degli anni di tanti assassinii di massa: dal massacro della Columbine School a quello del campus di Virginia Tech, dalla strage di bambini della Sandy Hook Elementary School alla carneficina nel cinema di Aurora. Il presidente Barack Obama, la cui stretta sulla vendita delle armi da fuoco è stata boicottata dal Congresso grazie al pressing della potente lobby della Nra (National Rifle Association) è stato immediatamente informato: “Affrontare il nodo della violenza delle armi da fuoco resta la sua priorità”, ha spiegato il portavoce della Casa Bianca, Josh Earnest, poco dopo la duffusione della notizia sulla nuova sanguinosa sparatoria. Immediatamente il terrore all’Umpqua Community College è andato in scena sui social media, con alcuni degli studenti che durante la sparatoria hanno cominciato a twittare. “O mio Dio, stanno sparando”, è il tweet di Kayla Marie. “Gli studenti stanno fuggendo ovunque, mio Dio'”, scrive ancora la giovane nei primi minuti della tragedia. Poi un altro tweet: “Ciao. Sto bene. Fisicamente. Ci stanno portando via dal campus con il bus”.