DAMASCO – L’esercito siriano annunci il lancio di una nuova “vasta operazione di terra” nel centro del Paese e, in contemporanea, il presidente Vladimir Putin ordina di sostenerla con i raid dei caccia in azione da giorni in Siria. Mentre dal mar Caspio le navi di Mosca hanno iniziato, per la prima volta dall’inizio del conflitto, a lanciare missili crociera contro le basi dell’Isis. Mosca dunque intensifica le sue operazioni militari in Siria, malgrado le tensioni con Usa, Nato – Turchia in particolare – e le accuse di non colpire solo obiettivi del sedicente Stato Islamico. E lo fa proprio nel giorno del compleanno del leader del Cremlino, che in un incontro trasmesso dalla tv pubblica si è complimentato con il ministro della Difesa Sergej Shoigu: “Il fatto che abbiamo organizzato l’offensiva dal Mar Caspio a una distanza di 1.500 chilometri, con armi ad alta precisione, e abbiamo saputo colpire tutti gli obiettivi fissati, certamente dimostra una buona preparazione del complesso difensivo-industriale, e la buona formazione del personale”, ha dichiarato Putin.
Intanto, il quotidiano briefing informa che gli aerei russi hanno colpito 112 obiettivi dall’inizio delle operazioni in Siria contro l’Isis, sferrando colpi significativi e costringendo migliaia di jihadisti a riparare in Giordania. Da quattro navi russe nel Mar Caspio sono stati lanciati 26 missili crociera contro le posizioni del sedicente Stato islamico distruggendo tutti i bersagli. E ora, mentre sul campo la battaglia si fa ancora più intensa, con l’offensiva da terra e dal cielo sulla provincia di Hama, Putin rilancia sul piano diplomatico, affermando che il fine ultimo resta una soluzione politica, facendo comunicare dal ministero della Difesa che Mosca è disposto a mettere in atto le proposte del Pentagono sulla cooperazione nella lotta contro lo Stato islamico e che “può essere stabilito” un coordinamento con gli Stati Uniti. Nonchè ipotizzando la possibilità di unire l’esercito di Bashar Assad e l’Esercito libero siriano per combattere i jihadisti.
“I conflitti di questo tipo devono terminare con soluzioni politiche”, ha puntualizzato Putin. “Questa mattina ho parlato di questo tema con il ministro degli Esteri della Federazione Russa, Sergey Lavrov. Durante l’ultima visita a Parigi, il presidente francese, il signor Francois Hollande ha espresso un’idea interessante: sarebbe necessario, secondo lui, in ogni caso, cercare di unire gli sforzi di truppe governative dell’esercito – l’esercito governativo fedele al presidente Assad – e la cosiddetta Free Syrian Army. Tuttavia non sappiamo dove si trovi e da chi sia diretta””, ha dichiarato. Un resoconto smentito subito dopo dalla Francia. Come da Roma, il segretario alla Difesa Usa, Ashont Carter, ha stoppato l’idea di una collaborazione russo-americana. “Gli Stati Uniti ritengono che la Russia stia seguendo una “”strategia sbagliata”” in Siria, colpendo “obiettivi che non sono dell’Isis. E’ un errore, non collaboriamo” ha dichiarato il capo del Pentagono. Putin però mostra soddisfazione, oltre a sicurezza. Il suo intervento si è concluso con un ringraziamento alle truppe: “Naturalmente, un pensiero speciale è dovuto ai piloti, che operano in Siria. E ai marinai della Flottiglia Caspio, per la precisione dimostrata”, ha detto il presidente in un incontro con il ministro della Difesa a Sochi, dove il capo di stato si trova.