Usa 2016, transizione Trump nel caos

WASHINGTON – E’ caos nella squadra che deve gestire la transizione di Donald Trump verso la Casa Bianca, con un regolamento di conti in corso ai danni degli uomini dell’ex governatore del New Jersey Chris Christie, rivelato dal New York Times, secondo cui i leader esteri chiamano alla cieca la Trump Tower per tentare di contattare il futuro leader del mondo libero.

I quotidiani raccontano di una transizione improntata all’improvvisazione, in cui nelle conversazioni con i leader stranieri vengono ignorati i briefing ufficiali del Dipartimento di Stato. Ma non solo. Due funzionari che avrebbero dovuto far parte del team di transizione per la sicurezza nazionale e gli esteri, l’ex deputato Mike Rogers, in lizza per la guida della Cia, e il lobbista Matthew Freedman sono stati messi alla porta. Secondo varie fonti sarebbero vittime di una purga orchestrata da Jared Kushner, genero e ascoltatissimo consigliere di Trump. Venerdì Christie era uscito di scena improvvisamente, sostituito alla guida del team di transizione dal vicepresidente eletto Mike Pence. Secondo fonti citate dal Ny Times, Kushner sistematicamente silura persone legate a Christie, che nel suo passato di procuratore federale mandò in carcere il padre, l’immobiliarista Charles Kushner. Lo stesso Trump come al solito su Twitter in nottata ha negato le voci di problemi. “E’ in corso un processo molto ordinato in cui decido del governo e di molte altre posizioni. Solo io conosco il nome dei finalisti!”. E il suo fedelissimo Rudy Giuliani, l’ex sindaco di New York in pole per gli Esteri, sottolinea “è normale. E’ successo per la transizione Reagan. Clinton ebbe ritardi nell’assumere persone”.

Intanto secondo il Washington Post il processo di transizione è ormai in mano al cerchio ristrettissimo dei fedelissimi, coloro che hanno creduto in Trump fin dall’inizio della campagna per le presidenziali: il senatore Jeff Sessions, l’ex capo di Breitbart News Stephen K. Bannon, già nominato superconsigliere alla Casa Bianca, il generale in pensione Michael Flynn e i familiari, soprattutto Kushner. Eliot A. Cohen, ex dirigente del Dipartimento di Stato con George W.Bush, che aveva criticato Trump in campagna, ma dopo l’elezione ha detto che era disposto a dare una mano, ieri su Twitter ha detto di aver cambiato opinione. Dopo aver parlato con il team di transizione “ho cambiato idea: state alla larga” ha scritto. “Sono rabbiosi, arroganti, gridano “‘hai perso!’. Sarà orribile”. Un avvertimento a non dare credito al presidente russo Vladimir Putin è arrivato da John McCain, presidente della commissione Difesa del Senato: “l’ultimo tentativo dell’amministrazione Obama di reimpostare le relazioni con la Russia è culminata con l’invasione di Putin dell’Ucraina e l’intervento militare in Medio Oriente” ha detto McCain. Intanto le agenzie federali che hanno preparato al documentazione per il team di Trump stanno ancora aspettando di esser contattati dallo staff del presidente eletto. I dipartimenti della Giustizia e della Difesa ieri sera non avevano ancora ricevuto cenno dal tema di transizione.  

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