Proteste in Romania. Il governo difende solo interessi personali

BUCAREST – Un mero interesse personale è quello che guida il governo socialdemocratico romeno nella difesa del decreto “salva-corrotti” approvato martedì nella tarda serata e inserito all’ultimo minuto all’ordine del giorno del Consiglio dei ministri.

Una misura che ha portato in strada centinaia di migliaia di manifestanti, una parte di Romania, mentre l’altra, quella che ha votato per il Psd alle elezioni di dicembre ha ricevuto “una tangente pubblica per la pubblica omertà” sotto forma di aumenti salariali e pensionistici. E’ questa la posizione di Lucian Mindruta giornalista e opinionista romeno intervistato da askanews. “Molti dei manifestanti e dei commentatori politici vedono nelle misure adottate dal governo un interesse personale molto evidente. 

Le modifiche alla legge portano di fatto beneficio ad alcune centinaia di politici, tra cui lo stesso Liviu Dragnea, leader dei Socialdemocratici, il principale partito di governo. Ne beneficeranno anche politici dell’opposizione, alcuni vicini all’ex presidente Traian Basescu – ha spiegato Mindruta – Le modifiche al Codice penale depenalizza ‘l’abuso di potere’ e pongono un limite arbitrario di 200mila lei (circa 45mila euro) sotto i quali non è previsto che il procuratore possa chiedere il carcere per i politici in carica accusati di abuso d’ufficio o tangenti”. Una misura che non è facile da far digerire a coloro che sono scesi in piazza dalla fine di gennaio contro le misure d’urgenza volute dal governo di Sorin Grindeanu. Ma c’è un 40% dei romeni che ha scelto il Psd per le promesse sull’aumento dei salari e delle pensioni minime, misure che “il governo nel frattempo ha approvato. E sta lavorando per ridurre il peso fiscale e aumentare la spesa pubblica, misure considerate dall’opposizione senza basi solide e imprudenti. L’opposizione ha paragonato questi benefici sociali e fiscali come una ‘tangente’ agli elettori per accettare i passi indietro sulla lotta alla corruzione: ‘Soldi pubblici per la pubblica omertà'”.

 I decreti “salva-corrotti” hanno provocato dure critiche e viva preoccupazione anche da parte dell’Unione europea. “Alcuni commentatori vedono questa mossa come un modo per allontarsi addirittura dall’Ue e c’è anche chi parla di una ‘Romexit’ realizzata da politici incompetenti e ‘delinquenti’. Secondo me questo passo fermerà del tutto le nostre ambizioni sull’ingresso nell’area Schengen e probabilmente porterà anche conseguenze peggiori: una procedura di infrazione e anche oltre”. L’Ue, infatti, da anni chiede a Bucarest di aumentare gli sforzi per la lotta alla corruzione, uno dei punti a cui è legata, appunto, anche la decisione di allargare lo spazio di libera circolazione. Questi decreti “sono l’equivalente di una carta ‘esci dalla prigione gratis’ del Monopoli. In questo gioco queste persone hanno in mano tutto, sono i proprietari degli hotel, hanno i dadi e anche il tabellone. L’obiettivo finale è di impedire che la vecchia guardia di politici (e alcuni nuovi furfanti) vengano esclusi dalla vita pubblica romena dalla campagna anticorruzione”, ha concluso Mindruta. 

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