Russia-Stati Uniti: Tillerson atteso oggi a Mosca

MOSCA – Il segretario di Stato statunitense Rex Tillerson e’ atteso oggi a Mosca, come annunciato nei giorni scorsi da un comunicato stampa del ministero degli Esteri russo.

Secondo quanto riferito durante la visita Tillerson incontrera’ domani l’omologo russo Sergej Lavrov con il quale discutera’ della lotta contro il terrorismo, della situazione in Siria, del conflitto israelo-palestinese, nonche’ di Yemen, Libia e del la crisi ucraina. In agenda, per il momento, non e’ previsto un colloquio fra Tillerson e il presidente russo, Vladimir Putin. Il segretario di Stato Usa giunge a Mosca dopo le ultime vicende avvenute in Siria: l’attacco chimico a Khan Shaykun che sarebbe stato messo in atto dalla forza aerea di Damasco; e la conseguente risposta statunitense di questa mattina, quando i cacciatorpediniere Uss Porter e Uss Ross hanno lanciato 59 missili Tomahawk contro la base aerea di Shayrat, dalla quale pare sia partito l’attacco chimico di pochi giorni prima. Il Cremlino aveva definito il raid un'”aggressione contro un paese sovrano”, senza prove concrete della responsabilita’ del presidente siriano Bashar al Assad nell’attacco chimico. La Siria sara’ quindi uno dei temi centrali del confronto, che dovrebbe vertere sulle reali possibilita’ per i due paesi di cooperare contro il terrorismo nel teatro mediorientale.

Il deterioramento della situazione in Siria ha messo in secondo piano la questione ucraina, che tuttavia non verra’ tralasciata. In questo contesto Tillerson dovrebbe insistere sulla necessita’ che la Federazione Russa garantisca l’attuazione degli accordi di Minsk, incentrati principalmente sul cessate il fuoco nell’area orientale dell’Ucraina. Anche in questo caso, tuttavia, la posizione di Mosca e’ abbastanza netta ed e’ stata ribadita a piu’ riprese: la Russia non e’ uno dei paesi firmatari degli accordi. Ovviamente Tillerson potrebbe fare leva sulle sanzioni – che gli Stati Uniti hanno imposto durante la precedente amministrazione presidenziale in seguito alle crisi nel Donbass e in Crimea – e che potrebbero restare in vigore sino a quando non sara’ tangibile un cambiamento dell’approccio di Mosca sulla questione. 

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