Monaco tibetano si dà fuoco per protestare contro il regime cinese

PECHINO –  Soldati e poliziotti cinesi hanno circondato un monastero nel sudovest della Cina, dove un monaco tibetano di 29 anni ieri si è dato fuoco in segno di protesta contro il governo di Pechino per chiedere il ritorno del Dalai Lama in Tibet..  Cinque mesi fa nelle vicinanze vi era stato un altro suicidio,eseguito con le stesse modalità, che aveva innescato un’accesa protesta, poi sedata dalle autorità cinesi. Prima di morire, il giovane religioso ha chiesto la libertà per il popolo tibetano.

Secondo Free Tibet, citata da ‘Asianews’, per disinnescare proteste e tensioni, dopo la morte di Phuntsog le autorità cinesi hanno trasferito centinaia di monaci, posti di blocco e ispezionato case e monasteri. La zona è stata chiusa agli stranieri. Allo stesso tempo, il governo ha iniziato ‘corsi di educazione legalè obbligatori per i monaci per sconfessare le cosiddette ‘attività illegalì. Fra queste vi sono il cantare inni al Dalai Lama, esporre sue foto, lavorare per l’indipendenza del Tibet. La direttrice di Free Tibet, Stephanie Bridgen, ha dichiarato che essa teme un’ondata di arresti e controlli anche a Tawu. «In queste ore – ha detto – le linee telefoniche sono state tagliate e gli internet cafè sono stati chiusi per bloccare la diffusione di notizie in Tibet e nel mondo. Vi sono anche notizie secondo cui militari cinesi hanno circondato il monastero. Chiediamo al governo cinese di agire in modo proporzionato e con moderazione».

Il monastero, intanto, sarebbe stato isolato e lasciato senza acqua ed energia elettrica.

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