Iraq: ‘Maliki bis’. Accordo raggiunto tra i partiti

BAGHDAD – Svolta nella crisi politica in Iraq. Si è concluso il vuoto di potere che si protraeva dalle elezioni del 7 marzo scorso.

I principali partiti iracheni hanno raggiunto il tanto atteso accordo per la nascita di un governo di unità nazionale. L’intesa è stata raggiunta ieri notte a Baghdad. Alla guida del nuovo esecutivo riconfermato il premier uscente, Nouri al Maliki leader del blocco sciita di Alleanza Nazionale, Aed. Una nomina che non arriverà però, non prima del 20 novembre prossimo. Ai curdi invece, andrà nuovamente la presidenza del Paese. Il nuovo parlamento oggi eleggerà infatti, di nuovo Jalal Talabani e suo vice dovrebbe essere sempre lo sciita Tareq al-Hashimi. Sarà poi, il presidente eletto a dare ufficialmente ad al Maliki l’incarico per la formazione del nuovo governo di coalizione. Al blocco Al Iraqiya, Bi, vincitore di stretta misura delle ultime elezioni con 91 seggi, andrà la presidenza del Parlamento.

 

Ad essere stato designato il sunnita Osama al-Nujaifi, mentre non è stato ancora raggiunto un accordo sui nomi dei suoi due vice. Il leader di Al Iraqiya, l’ex premier sciita Iyad Allawi, ricoprirà invece, la carica di presidente del Consiglio per le Politiche Strategiche. Si tratta di un nuovo organismo che dovrebbe arginare i poteri del premier al Maliki. Per quanto riguarda la distribuzione dei ministeri del nuovo esecutivo iracheno al gruppo sciita guidato dall’imam Moqtada al-Sadr spetterebbe un ministero con portafoglio o la vicepresidenza del Parlamento, mentre per il ministero degli Esteri l’accordo è stato raggiunto sul nome del sunnita Saleh al-Mutlaq. Non è invece, stato ancora raggiunto l’accordo sulla distribuzione degli altri ministeri ai vari partiti. Si è dovuto attendere oltre otto mesi, finchè i principali partiti politici iracheni trovassero un accordo, per vedere nominato un nuovo esecutivo in Iraq perché dal voto del 7 marzo non era uscito un risultato che definisse certa la vittoria di uno o di un altro dei partiti in lizza.

 

Il voto infatti, pur  sancendo la vittoria del Bi di Allawi, sciita- sunnita, con 91 seggi, non ne aveva sancito la leadership. La vittoria ottenuta è stata infatti, di misura in quanto l’Aed di al Maliki ha ottenuto a sua volta 89 seggi e l’Alleanza Nazionale Irachena, sciita religioso, 70 seggi. Ai partiti curdi invece, in tutto 43 seggi. Nessuno dei partiti ha quindi ottenuto la maggioranza di 163 deputati, il che richiedeva necessario appunto raggiungere un’accordo per formare un esecutivo di coalizione. Un esecutivo che ora potrà contare in parlamento dell’appoggio di ben 202 deputati.  Sulle decisioni dei due protagonisti della scena politica irachena, Allawi e al Maliki, hanno influito le pressioni esercitate da Arabia Saudita, Iran e Stati Uniti. Con molta probabilità però, a dare la spinta finale il timore che il Paese potesse precipitare in una spirale di violenza e di terrore. A farlo presagire l’ondata di attentati compiuti da gruppi legati ad al Qaeda che da settimane sta insanguinando le città irachene. Il tutto mentre le truppe statunitensi continuano il loro ritiro dal Paese. La conferma di al Maliki primo ministro è al tempo stesso un chiaro segnale della crescente influenza iraniana sulla politica irachena. Questo lo si deduce dal fatto che il leader dell’Aed è sostenuto anche da 40 deputati appartenenti alla corrente del leader radicale sciita Moqtada al Sadr. Un appoggio che con molta probabilità gode della benedizione di Teheran. Comunque sia la Casa Bianca ha oggi definito l’accordo raggiunto come un grande passo in avanti per l’Iraq.
Ferdinando Pelliccia

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