TRIPOLI – All’indomani dell’uccisione del rais Gheddafi, il presidente del Ctn, Mustafa Abdel Jalil, annunciava la reintroduzione della ‘Sharia’ e faceva sapere che la Libia sarebbe stato un “paese islamico”. La notizia aveva preoccupato l’UE, che in un comunicato invitava le nuove autorità libiche affinchè “rispettassero i diritti fondamentali dell’uomo e i principi democratici”.
Molte delle donne di Libia, poste davanti all’annuncio fatto dal leader del Consiglio Nazionale di Transizione, Mustafa Abdul-Jalil, capo del governo ad interim, che il nuovo regime vorrebbe annullare alcune misure vigenti sotto il regime di Gheddafi, fra cui la norma che vietava la poligamia. “Questa legge è contraria alla Shari’a”, la legge coranica che la nuova repubblica vorrebbe implementare come fondamento della nuova vita quotidiana da Tripoli a Bengasi. Le donne di Libia, le studentesse universitarie; protagoniste della rivoluzione che ha fatto cadere il regime di Gheddafi come e più degli uomini, non si aspettavano certo che il nuovo regime andasse a decidere sulle loro vite in maniera così importante.
“Fra le giovani donne all’università di Tripoli”, scrive il Times, “il sentore è unanimemente negativo”, anche fra le donne più rigidamente legate alla religione musulmana l’idea di poter essere “una” delle mogli di un singolo uomo, non va proprio a genio. La prova del nove la avremo oggi, col dettato del nuovo esecutivo. Ma mentre aspettiamo le donne incaricate , secondo la televisione ’Libiya al-Hurrà, sono stati già assegnati i ministeri chiave: ai tecnocrati e ai liberali verranno assegnati altri posti nel nuovo governo, come è stato assicurato loro dai vertici di gabinetto. Il nuovo esecutivo ad interim governerà il Paese fino a quando non si terranno elezioni. Presidente Abdurrahim El Keib, vice ambasciatore libico presso l’Onu, Ibrahim Dabbashi, è il nuovo ministro degli Esteri, mentre Hassan Ziglam è il ministro del Petrolio e Ali Tarhouni ministro delle Finanze. : il ministero della Difesa è stato assegnato a Osama al-Juwali, comandante militare locale a Zintan , scelto perché le sue truppe sono state quelle che hanno catturato il figlio dell’ex rais, Saif al-Islam Gheddafi. Il figlio di Muammar Gheddafi devono essere processato in base agli standard internazionali, anche se il processo avverrà in Libia e non alla Corte penale internazionale. La preoccupazione è che Saif potrebbe affrontare un plotone di esecuzione se è condannato nel suo paese. Il procuratore della Corte Penale Internazionale, Luis Moreno Ocampo, era oggi a Tripoli per incontrare le nuove autorità libiche, dopo l’arresto di Saif al Islam nel sud del paese la settimana scorsa. Moreno-Ocampo e il procuratore aggiunto, signora Fatou Bensouda, condurranno un delegazione che incontrerà i responsabili libici, nel quadro degli sforzi di coordinamento avviati dopo l’arresto di Saif al Islam Gheddafi e dopo l’annuncio dell’arresto, non confermato, di Abdallah al-Senoussi.
Ma le preoccupazioni sono emerse che la fazione ribelle che lo ha catturato si rifiuta di consegnarlo alle autorità di Tripoli, sollevando ulteriori dubbi circa la possibilità di un processo equo.