Inquinamento record. A Pechino si fermano i voli

PECHINO – La nascente potenza  cinese inizia a pagare lo scotto di un’economia spinta all’estremo con serie ripercussioni  sull’ambiente. Oggi oltre 100 voli hanno subito ritardi o cancellazioni all’aeroporto di Pechino a causa della spessa coltre di smog che si è sviluppata nella capitale cinese.

Insomma, peggio della nebbia padana con una visibilità in pista inferiore ai 200 metri.  Almeno 43 voli sono stati cancellati e più di 80 hanno subito ritardi anche nella mattinata di oggi. I sensori del ministero dell’ambiente hanno registrato un indice di Pm10 a 560 microgrammi per metro cubo, un valore allarmante. Non a caso stamani per le vie della capitale erano moltissimi i pedoni e ciclisti che indossavano mascherine protettive. Dopo pranzo la situazione è migliorata e il vento ha spazzato un pò la coltre migliorando la situazione della visibilità a 2.000 metri, permettendo la normale ripresa delle operazioni in aeroporto. I valore dei pm2.5 evidenziati dall’ambasciata americana a Delhi segnano in 340 il dato delle micropolveri, classificando il livello come «pericoloso». Lo smog ha colpito anche la vicina provincia dell’Hebei dove in alcune città come Shijiazhuang la visibilità è stata ridotta a meno di 50 metri.
Ora – scrivono le agenzie cinesi – il vento sta ripulendo l’aria. Ma più che ripulire la nube tossica si sta spostando per posarsi altrove. Inutile girarsi intorno il danno è fatto e quello che sta accadendo in Cina, come negli Stati Uniti avrà delle ripercussioni ambientali su tutto il pianeta. E parliamo delle due maggiori potenze mondiali  che continuano a restare fuori dagli attuali impegni di Kyoto scaricandosi l’uno l’altro la responsabilità dei danni provocati.

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