Siria. Referendum il 26 febbraio. LE FOTO

DAMASCO- Lotta  mediatica tra  il mondo sunnita e l’Occidente contro Bashar al-Assad e il regime,  che torna a denunciare infiltrazioni di quadisti. Ma continua anche l’altra battaglia, senza morti e feriti, ma forse più decisiva, tra le diplomazie.

Se, infatti, è destinata a fallire la proposta della Lega Araba, appoggiata da Usa ed Europa, per l’invio di caschi blu in Siria, appare destinata al successo un’altra iniziativa della stessa organizzazione: sottoporre all’assemblea generale dell’Onu un testo praticamente identico a quello che in Consiglio di sicurezza è stato bloccato il 4 febbraio,  dal veto di Russia e Cina. Il voto dell’assemblea, probabilmente verso la fine della setttimana e sicuramente favorevole, non ha carattere vincolante per gli Stati, ma ha un peso politico tutt’altro che indifferente. Nella lotta contro per battere l’opposizione e i rivoltosi sul tempo , questa mattina la televisione di stato siriana ha annunciato che si terrà il 26 febbraio il referendum sulla nuova Costituzione. Secondo le indiscrezioni raccolte, si afferma soprattutto che «il sistema politico è pluralista e si basa sul sistema democratico di elezione dei partiti e dei raggruppamenti che partecipano alla vita politica…non è ammessa alcuna attività politica o la formazione di partiti che abbiano basi religiose o settarie». Le prossime elezioni politiche si terranno entro novanta giorni dal referendum sulla nuova costituzione e che «il potere legislativo è rappresentato dal parlamento che viene eletto ogni 4 anni». Ma Parigi non sta a guardare e ha cominciato a negoziare con Mosca , mentre la Turchia, sfruttando questa crisi come è già avvenuto in Libia, cerca di ampliare la sua presenza nel Mediterraneo: contro i tiranni e contro il Mediterraneo.

 

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