Usa. Sparatoria Università di Oakland. 7 le vittime

OAKLAND – Sono 7 le persone rimaste vittime ieri della sparatoria avvenuta nella piccola Università di Oikos nell’East Oakland (California) mentre altre tre sarebbero rimaste  ferite.

 

Il killer si chiama One Goh, un quarantrenne asiatico piuttosto corpulento che ha aperto il fuoco all’improvviso, durante una lezione al corso per infermieri. Pare che fosse uno degli studenti, e che da tempo fosse considerato dai colleghi un tipo folle. “Tuttavia – racconta una testimone alla stampa locale – nessuno poteva sospettare che arrivasse a tanto”. La Oikos University è un college privato religioso che ha una facoltà di medicina. Molti dei suoi studenti hanno origini coreane.

 

L’uomo è stato fermato poche ore dopo la strage in un supermercato ad Alameda a poche miglia dal luogo del massacro e attualmente si trova in stato di fermo presso la polizia di Oakland. Secondo alcune fonti, Goh è entrato nel negozio e ha raccontato ad alcune persone di aver appena sparato e ucciso molte persone.  E’ a  quel punto che sarebbe arrivata la Polizia che lo ha poi catturato senza che l’uomo abbia opposto alcuna resistenza.

 

Secondo le prime ricostruzioni sul caso sembra che Goh abbia perso da poco la madre e un fratello. Prima di trasferirsi sulla West Coast, l’uomo ha vissuto in Virginia. Qui ha avuto anche alcuni problemi economici. Non ha pagato l’affitto di casa e ha avuto anche qualche guaio con il fisco federale che lo ha multato per oltre 20mila dollari. Debiti che però aveva già cominciato a saldare e che quindi non spiegano da sole un gesto così drammatico. Negli ultimi tempi, esattamente nel 2011,  due gravi lutti familiari: un fratello Su Wan Ko, sergente dell’esercito, è morto in seguito a un incidente stradale durante un’esercitazione militare. La madre, invece, è scomparsa a Seul, dove s’era trasferita poco tempo prima dalla California. Gli è rimasto il padre, che vive solo a Oakland e un altro fratello, rimasto in Virginia.

 

Sembrerebbe inoltre che One Goh abbia chiamato proprio il padre, dal supermercato di Alameda, a cinque chilometri dal luogo del massacro. Questa è stata  la sua ultima telefonata da uomo libero. Poco dopo, ha deciso infatti di raccontare la sua folle storia ad alcuni presenti, dei commessi e delle guardie giurate, che hanno subito chiamato la Polizia. Così, calmo e senza tradire alcuna emozione, si è consegnato agli agenti.

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