Sakineh non è stata giustiziata, ma la sua vita rimane in pericolo

TEHERAN – Sakineh Mohammadi Ashtiani non è stata giustiziata.

Lo ha annunciato la portavoce del Comitato internazionale contro le esecuzioni, Mina Ahadi. Tuttavia la sua vita rimane appesa ad un filo di speranza e alcune ong internazionali hanno lanciato l’allarme su una possibile esecuzione nelle prossime ore. “Secondo nostre informazioni – ha detto Ahadi  – le esecuzioni in Iran avvengono sempre all’alba, e questa mattina alle 7 e 30 la donna era ancora stata giustiziata. Dunque per oggi sicuramente non ci sarà alcuna esecuzione di Sakineh Mohammadi Ashtiani”. Ma non è certo una situazione in cui si può cantare vittoria, anzi, come tiene a precisare la portavoce: “Il fatto è che ieri c’erano state forti pressioni di vari governi e dei media e proprio per questo sarà necessario che governi e media non abbassino la guardia”.

Nel carcere iraniano di Tabris rimane anche il figlio di Sakineh Sajjad Ghaderzadeh, e l’avvocato Houtan Kian, i quali avrebbero subito percosse, abusi e umiliazioni di ogni tipo. “Adesso il loro destino – ha precisato Ahadi – dipende dalla Corte suprema a Teheran”.

Nel frattempo l’Iran, ormai sotto i riflettori di mezzo mondo per il caso Sakineh tenta di screditare l’Occidente, accusandolo di usare questa vicenda come mezzo per fare pressioni nel suo paese.
I Paesi occidentali – ha replicato il portavoce del ministero degli Esteri iraniano, Ramin Mehmanparast – sono così arroganti che hanno trasformato il caso di Sakineh, la quale ha commesso dei crimini, trasformando con insolenza il suo caso in un simbolo di libertà delle donne nei paesi occidentali.”

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