ATENE – Se gli scontri di ieri a Roma hanno provocato una guerriglia urbana ad Atene oggi si è registrato un clima di guerra civile.
Anzi, per dirla tutta di un scontro sociale causato da un malessere generale incontenibile, di chi da mesi è stretto nella morsa di questa crisi economica epocale. Migliaia di persone sono scese in piazza per lo sciopero di 24 ore indetto dai due maggiori sindacati, l’Adedy, dei dipendenti pubblici, e la Gsee, dei lavoratori del settore privato. Alla base della protesta il piano austerity approvato ieri notte dal Parlamento. Una legge che i sindacati sono certi si ripercuoterà sui lavoratori e sulle classi più deboli del paese, già profondamente provate dall’incerta situazione economica. Ad Atene ci sono stati continui scontri tra polizia e manifestanti che hanno messo a ferro e fuoco la capitale, con lanci di molotov e lacrimogeni. Nella centralissima piazza Syntagma sono stati presi di mira gli hotel di lusso e davanti alla sede del Parlamento è stato inseguito e picchiato Kostis Hatzidakis, ministro del precedente governo conservatore. Il politico ha cercato di nascondersi dentro un edificio, ma è stato raggiunto da alcuni manifestanti al grido di: “Ladro! Vergogna”. E non è finita qui. Domani incroceranno le braccia anche i dipendenti dei trasporti pubblici e anche i giornalisti da oggi si sono fermati. Oggi ad Atene si respirava un clima surrelae: le navi erano ferme nei porti, lo staff negli ospedali è stato ridotto al minimo e anche le sedi dei ministeri hanno chiuso i battenti dopo che i lavoratori, sia del settore privato che di quello pubblico, hanno aderito alla protesta. In questo clima surreale, il sindacato ha annunciato di non aver nessuna intenzione di mollare e questo scenario apocalittico potrebbe ripetersi nei prossimi giorni.