La morte di Maricica: arrestato Burtone. Gli amici insultano i carabinieri

ROMA – Si aprono le porte del carcere per Alessio Burtone, il giovane di 20 anni accusato di avere con un pugno provocato la morte di Maricica Hahaianu, infermiera romena deceduta venerdì scorso in un ospedale romano.

Il gip ha firmato l’ordinanza che sarà notificata dai carabinieri a Burtone che lascerà gli arresti domiciliari e sarà condotto nel carcere di Regina Coeli. «Se tornassi indietro mi farei menare ma non alzerei più le mani in vita mia». Sono queste le  sue parole poco prima di essere prelevato dai carabinieri. Le riferisce il suo legale, Fabrizio Gallo.

«È affranto e dispiaciuto – ha raccontato il suo legale – però oggi è un po’ più fiducioso rispetto a ieri. Infatti ieri pensava che la decisione del carcere era irrimediabile». La Procura aveva chiesto al gip l’aggravamento della misura cautelare, ossia il trasferimento in carcere, per Alessio Burtone, in seguito alla morte di Maricica Hahaianu avvenuta venerdì scorso dopo una settimana di agonia. L’iniziativa della Procura fu dettata dalle mutate esigenze cautelari per Burtone, accusato di omicidio preterintenzionale dopo la morte dell’infermiera. La Procura aveva gi… fatto ricorso al Tribunale del Riesame il 14 ottobre per chiedere l’emissione della custodia cautelare in carcere per Alessio Burtone, impugnando la decisione del gip di metterlo ai domiciliari. Già in sede di convalida dell’arresto il pm Antonio Calaresu si era opposto alla richiesta di arresti domiciliari. Il gip, comunque, aveva deciso di concedere al giovane la misura più attenuata. All’arrivo dei militari, un drappello di amici di Burtone li ha pesantemente insultati.

Intanto sono in pieno svolgimento le schermaglie che potrebbero ridurre la pena per il giovane responsabile della morte della infermiera romena. «Dall’autopsia è stato rilevato che Alessio non ha dato un pugno a Maricica Hahaianu. Dunque non sono corrette le considerazioni secondo cui il ragazzo ha sferrato un pugno violento al volto dell’infermiera. Emerge una minuscola escoriazione vicino al labbro e nessun altro tipo di lesione al volto, che a nostro parere sarebbe la prova che non un pugno ma una manata seguita da una spinta ha fatto cadere la donna», dichiara all’agenzia Adn Kronos il suo legale. Dal video, però, tale tesi non emerge, perché si vede chiaramente che non si tratta di uno “spintone” ma di un gancio sinistro. Si vede anche che il giovane, nonostante avesse di fronte una donna inerme quasi priva di vita per colpa sua, si preoccupi soltanto di raccogliere la propria roba per terra, allontanandosi poi incurante di quanto causato dal suo gesto violento. Una domanda sorge spontanea: se a causare la morte di un’infermiera italiana fosse stato un giovane rumeno cosa sarebbe successo?

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