La Curva di Laffer è la curva che lega il totale delle entrate di un Paese alla sua pressione fiscale.
Alla fine sono state premiate fiscalmente ancora una volta le medie e le grandi imprese, mentre alle piccolissime attività non resta che attendere ancora un anno per la riduzione del carico fiscale.
Anche quest’anno è in arrivo il mese delle tasse. Da sempre, infatti, a novembre si abbatte una gragnuola di scadenze fiscali da far rabbrividire (vedi Tab.1). Tra gli acconti e le addizionali Irpef, l’Ires, l’Iva, l’Irap e le ritenute di imposta i lavoratori dipendenti, gli autonomi, le imprese e i possessori di altri redditi saranno chiamati a versare all’erario 55 miliardi di euro. A darne conto è l’Ufficio studi della CGIA.
Finalmente ci siamo: dopo la pausa estiva continua il lavoro dei tecnici ministeriali che porterà al definitivo addio agli studi di settore. Così come previsto dalla manovra correttiva approvata nella primavera scorsa, entro la fine di settembre il numero degli indicatori di affidabilità economica presentati alle categorie salirà a 37: 14 varati a luglio e i rimanenti 23 entro questo mese. Prima della fine dell’anno, comunque, il debutto delle nuove “pagelle” fiscali relative all’anno di imposta 2017 salirà a quota 70.
L’Ufficio studi della CGIA ne ha individuate un centinaio, un elenco, quello delle tasse pagate dagli italiani, composto da addizionali, accise, imposte, sovraimposte, tributi, ritenute, ecc..
“Oggi è l’ultimo giorno dell’anno che lavoriamo per il fisco; da domani, infatti, scatta il tanto sospirato giorno di liberazione fiscale”. A dare la buona notizia ai contribuenti italiani è il coordinatore dell’Ufficio studi della CGIA, Paolo Zabeo, che, assieme ai colleghi ricercatori, ha calcolato anche per l’anno in corso la data in cui iniziamo a lavorare per noi stessi: il 3 giugno, per l’appunto (vedi Tab. 1). “Incluse le festività – prosegue Zabeo – nel 2017 sono stati necessari 153 giorni per scrollarci di dosso la morsa del fisco; ben 38 giorni in più rispetto al dato registrato nel 1980”.
ROMA - L'Italia e' al quinto posto nella classifica Ocse relativa al peso delle tasse sui salari. Il cosiddetto cuneo fiscale in Italia per un single senza figli e' complessivamente al 47,8%. L'Italia e' invece al terzo posto per il cuneo fiscale nel caso di una famiglia monoreddito con due figli (38,6%). Lo rileva l'Ocse nel rapporto 'Taxing Wages' per il 2017.
Matteo Renzi, secondo i calcoli effettuati dall’Ufficio studi della CGIA, nei mille giorni in cui è stato alla guida del Paese ha abbassato le tasse in misura strutturale per oltre 21 miliardi di euro. Questi vantaggi fiscali, però, hanno interessato solo alcune categorie professionali: i lavoratori dipendenti e le imprese, soprattutto quelle di medio-grande dimensione. Per poco meno di 3 milioni di partite Iva - costituite da artigiani, da commercianti e da lavoratori autonomi senza dipendenti - i benefici, invece, sono stati pressoché nulli.
ROMA - Sono Roma, Torino, Napoli, Genova, Bologna, Ancona e Campobasso le citta' 'piu' tassate' d'Italia.
Tra gli sprechi presenti nella sanità (*), le misure di contrasto alla povertà percepite, invece, da famiglie abbienti (**) e la quota di spesa pubblica indebita denunciata dalla Guardia di Finanza (***), l’Ufficio studi della CGIA ha stimato in almeno 16 miliardi di euro all’anno le uscite che l’Amministrazione pubblica italiana potrebbe risparmiare se funzionasse con maggiore oculatezza
I geroglifici degli antichi Egizi, i bassorilievi sulle colonne romane, gli epigrammi di Marziale, le commedie in un atto di Achille Campanile, gli aforismi di Leo Longanesi, le rime fulminanti...
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