La Consulta ammette il referendum sul legittimo impedimento. Buone notizie per Berlusconi

Si attende la sentenza sulla costituzionalità del legittimo impedimento, anche se per il Cavaliere si profilano assoluzioni per prescrizione

ROMA – Domani i giudici della Corte Costituzionale si riuniranno in camera di consiglio per decidere se la norma sul cosiddetto “legittimo impedimento” è conforme al dettato della Carta Costituzionale. Intanto, però, i giudici di Palazzo dei Marescialli, chiamati a decidere oggi sulla richiesta di alcuni referendum, hanno dichiarato ammissibile proprio quello sul legittimo impedimento. Tecnicamente questa decisione acquista valore solo dopo il pronunciamento di domani: il referendum resterà in piedi e dovrà essere svolto se i giudici riterranno il legittimo impedimento conforme alla Costituzione, mentre decadrà assieme alla norma se il pronunciamento sarà di incostituzionalità. Va detto che con la Corte Costituzionale non si può mai dare nulla per scontato, ma la decisione odierna lascia intravedere un esito positivo per Berlusconi nella giornata di domani.

Il rischio prescrizione
La sentenza sul legittimo impedimento, comunque, può lasciare Berlusconi abbastanza tranquillo, Aver introdotto nell’ordinamento la norma, infatti, è già stato sufficiente a far ottenere al Presidente del Consiglio ciò che voleva, ossia far passare del tempo per cercare di essere assolto per prescrizione. Spieghiamo però bene cosa è successo.

Il Cavaliere è imputato in tre processi presso il Tribunale di Milano: quello per la corruzione dell’avvocato inglese David Mills e quelli per i diritti tv Mediaset e Mediatrade. Con l’approvazione del Lodo Alfano, prima, e del legittimo impedimento, dopo, i procedimenti sono stati di fatto bloccati, ma la prescrizione non ha continuato a decorrere. Sembrerebbe tutto congelato, ma si è verificata una circostanza simile che ha riguardato tutti i e tre i collegi giudicanti: in ognuno dei tre, infatti, i giudici che hanno iniziato il dibattimento sono stati trasferiti ad altre sedi ed incarichi. Questo comporta che i nuovi giudici dovranno ricominciare tutto da capo, azzerando di fatto il lavoro svolto dai colleghi in questi anni.
Il presidente del collegio del processo Mills, Francesca Vitale, è passata in Corte d’Appello e ciò comporta la formazione di un nuovo collegio (in questo caso sarebbe addirittura il terzo perché quello iniziale composto dai giudici Gandus, Dorigo e Caccialanza fu avvicendato in quanto divenuto per legge incompatibile a giudicare Berlusconi dopo aver già condannato il coimputato Mills).

Nel processo per i diritti tv Mediaset tutti e tre i giudici hanno cambiato posto. Le giudici Lupo e Guadagnino sono infatti passate l’una al Tribunale fallimentare e l’altra in una diversa sezione penale, mentre il presidente Edoardo D’Avossa, che già dirige il Tribunale di La Spezia, non riuscirà a finire il dibattimento nel solo anno che gli manca prima del trasferimento. Con nuovi giudici bisognerà ricominciare tutto da capo ed è praticamente impossibile arrivare a sentenza prima che subentri la prescrizione.
Meno pressante la scadenza della prescrizione nel processo Mediatrade, ancora nella fase dell’udienza preliminare, ma anche la gup Marina Zelante ha avuto il trasferimento in una sezione dibattimentale del tribunale: tutti i faldoni, quindi, dovranno passare alla collega Maria Vicidomini.

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