Caso Ruby, spunta la donna del mistero. Berlusconi: “Ho una compagna stabile”

MILANO – La palude in cui è invischiato e che rischia di affondarlo in via definitiva oggi si è aperta per far posto ad una donna misteriosa. Il Cavaliere è intervenuto in uno dei suoi svariati possedimenti televisivi per giocarsi la carta d’oro: una compagnia femminile stabile che ovviamente gli renderebbe inutili e quindi non vere le frequentazioni sessuali con ragazze minorenni o con le escort. “Dopo la mia separazione, ho un rapporto stabile con una donna” ha dichiarato oggi al Tg1 Studio aperto.

Ciò dovrebbe – al pari dei famosi giuramenti sulla teste dei propri figli per smentire di aver compiuto determinati reati – indurre i suoi elettori e gli italiani in genere a ritenere ancora di più che il premier sia vittima di una persecuzione giudiziaria. D’altronde, assicura ancora il Cavaliere con una punta di orgoglio, “Non ho mai pagato una donna in vita mia”.

Naturalmente sarebbe comunque il caso che queste confessioni le facesse ai magistrati, i quali difficilmente potrebbero convincersi che l’ammissione di un rapporto stabile esclude a priori la frequentazione di ragazze minorenni ma ciò farebbe comunque rientrare nella normalità una situazione che normale non è; soprattutto da un punto di vista politico.

 

La debolezza del Cavaliere

Certo è che la vicenda della marocchina Ruby sta facendo smottare il terreno politico sotto i suoi piedi. Oggi Bossi, in modo inaspettato, ha preso una netta posizione sui furibondi attacchi ai giudici con cui solitamente il Caimano si difende. “Capisco che Berlusconi si arrabbi, ma meglio lasciar perdere. Lasci stare la magistratura” ha dichiarato senza perifrasi il leader del Carroccio, che ha poi aggiunto con un certo rammarico: “Se Berlusconi mi dava retta e fossimo andati alle elezioni allora, non sarebbero avvenuti tanti pasticci, avremmo già fatto le elezioni e le avremmo già stravinte”.

Le accuse che piovono sul capo di Berlusconi rischiano di compattare il terzo polo e di bloccare la campagna acquisti di deputati dal partito di Fini. I magistrati, per quanto ovviamente in modo del tutto non voluto, starebbero facendo emergere quella debolezza strutturale del Cavaliere che inevitabilmente ne fa un premier a tempo, in bilico anche sul fronte elettorale. E tutto ciò non può non incidere su coloro che sono disposti a fare il salto della quaglia per salvare la poltrona parlamentare.

 

Lo scontro fra avvocati e pm milanesi

Proprio in queste ore magistrati e avvocati del premier stanno affilando le armi. Sarà intorno al tema della competenza funzionale e territoriale che si svolgerà una parte dello «scontro» giudiziario tra la Procura di Milano e la difesa del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi sul «caso Ruby». Ai pm milanesi, che ritengono di essere titolari del procedimento, si oppongono le tesi degli avvocati Ghedini e Longo, legali di Silvio Berlusconi, secondo i quali la Procura di Milano non avrebbe titolo a svolgere le indagini preliminari per i fatti in contestazione.

Per i difensori di Berlusconi è insussistente il reato di concussione contestato al premier. Ma, in ogni caso, le indagini preliminari – a loro parere – non sarebbero di competenza della Procura di Milano, che avrebbe dovuto trasmettere gli atti al «tribunale per i ministri». Quanto all’altro reato ipotizzato, quello di prostituzione minorile, esso – ritenuta insussistente l’ipotesi di concussione – sarebbe di competenza non della procura di Milano, ma della procura di Monza, nel cui circondario si trova la villa di Arcore.

Secondo i pm milanesi, invece, si deve ritenere che appartenga alla loro competenza lo svolgimento delle indagini preliminari relative alla concussione attribuita a Silvio Berlusconi perché il reato sarebbe stato compiuto con abuso «della qualità » di Presidente del Consiglio, ma non nell’esercizio delle funzioni di premier. Non vi sarebbero quindi i presupposti per investire lo speciale collegio per i reati ministeriali. Quanto all’altro reato contestato al premier, quello di prostituzione minorile, esso – secondo i pm – resta di competenza milanese perchè ritenuto in connessione probatoria con il più grave reato di concussione (commessa, sempre secondo l’accusa, anche per guadagnare l’impunità proprio rispetto al reato di prostituzione minorile).

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