Anno giudiziario aperto sotto i peggiori auspici. L’Associazione Nazionale Magistrati diffonde un documento di protesta
ROMA – Aria di rivolta fra le toghe durante l’inaugurazione del’anno giudiziario nei ari distretti italiani. «Gli attacchi ai magistrati sono contro la giustizia e contro la Costituzione». Così in un documento unitario dell’Anm diffuso in occasione delle inaugurazioni degli anni giudiziari dei diversi distretti italiani. «Sono contro la giustizia – si legge nel documento – insulti, le offese, le campagne di denigrazione di singoli giudici, le minacce di punizione, gli annunci di ‘riforme’ dichiaratamente concepite come strumenti di ritorsione verso una magistratura ritenuta colpevole solo perché si ostina ad adempiere al proprio dovere di accertare la commissione dei reati e di applicare la legge imparzialmente e in maniera uguale nei confronti di tutti i cittadini. Sono contro la giustizia le strumentalizzazioni delle inchieste e delle decisioni giudiziarie e l’assurda interpretazione come complotto politico della semplice applicazione delle regole, dell’attuazione del principio di obbligatorietà dell’azione penale e del fisiologico funzionamento degli istituti di garanzia propri dei moderni Stati costituzionali di diritto. Sono contro la giustizia gli attacchi alla Costituzione e ai principi di autonomia e indipendenza della magistratura. Sono contro la giustizia le iniziative legislative dirette esclusivamente a risolvere singole vicende giudiziarie e che hanno snaturato il processo penale. Sono contro la giustizia i continui tagli alle risorse, la riduzione degli organici del personale amministrativo, la mancanza di investimenti e di progetti per la modernizzazione del sistema giudiziario, la mortificazione della dignità professionale dei magistrati. Sono contro la giustizia l’inerzia e l’assenza di iniziativa dei responsabili politici di fronte alle proposte concrete e costruttive avanzate dagli operatori del diritto per far fronte alla drammatica crisi di funzionamento della giustizia. L’inaugurazione dell’anno giudiziario è la sede più appropriata per ribadire con forza che i magistrati continueranno a svolgere il compito loro affidato, senza lasciarsi intimidire e avendo come unico riferimento i principi di legalità e di eguaglianza sanciti dalla Costituzione italiana».
Luca Palamara: “Oggi idealmente tutti a Milano”
«Idealmente e moralmente tutta la magistratura italiana oggi è a Milano». Così il presidente dell’Associazione nazionale magistrati, Luca Palamara, commenta le polemiche legate al caso Ruby ribadendo che, «la magistratura associata vuole parlare un’unica voce», Palamara, presente alla Corte d’Appello di Roma per l’inaugurazione dell’anno giudiziario sottolinea che «gli attacchi che ci sono stati in questi giorni sono stati attacchi contro la giustizia e contro la Costituzione». Il presidente dell’Anm parla di strumentalizzazioni delle inchieste giudiziarie e di un ricorso «alle intimidazioni» nelle quali si rispolverano «addirittura fatti di trenta anni orsono per colpire il singolo magistrato: non spostiamo l’attenzione dal processo alla persona -dice Palamara- sì alla critica, ma non alla demonizzazione e alla denigrazione, perché in questo modo si mette in ginocchio una fondamentale istituzione dello Stato».
L’Anm esprime «molta preoccupazione per le manifestazioni che sono contro i giudici». Sarebbe, ha detto il presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati, Luca Palamara «il popolo che manifesta contro se stesso». «La Magistratura – ha detto Palamara parlando con i giornalisti a margine della cerimonia di inaugurazione alla Corte d’Appello di Roma – è un pezzo dello Stato. La giustizia è amministrata in nome del popolo». In riferimento, invece, alla manifestazione a sostegno delle toghe e della libertà di informazione, annunciata ieri da Michele Santoro, Palamara ha detto: «Sul resto non ci pronunciamo». «La legittimazione della Magistratura – ha osservato – si fonda sulla credibilità delle decisioni e quindi sulla professionalità del lavoro del magistrato». «Il consenso – ha concluso – non è il fondamento dell’azione giudiziaria».
I magistrati romani: “Da anni la politica ci attacca senza ragione”
«Dispiace che il ministro Alfano sia andato via, ma voglio dire che i magistrati hanno da sempre cercato il dialogo, non esiste uno scontro tra politica e magistratura, né noi abbiamo mai fatto resistenza corporativa. Da anni settori della politica attaccano i magistrati, potere neutrale che si limita ad applicare la legge. Noi non abbiamo mai attaccato nessuno nè esorbitato dai nostri compiti ma abbiamo svolto quanto ci è attribuito dalla costituzione». Così il presidente della sezione distrettuale di Roma e Lazio dell’Anm Marco Mancinetti nel corso della cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario. «Quella di attaccarci è una strada pericolosa perché così si scredita la categoria – aggiunge – Noi siamo per un dialogo costruttivo, ma dall’altra parte registriamo l’assenza di una politica di lungo termine che sappia individuare rimedi nel settore giustizia. Le tanto sbandierate riforme, sempre declamate e annunciate, non hanno mai prodotto gli effetti sperati, non abbiamo mai visto niente. E la separazione delle carriere non ridurrebbe di un solo giorno la durata dei processi. Quel poco che si è fatto nasce su iniziativa dei singoli magistrati, sulla buona volontà di ciascuno di noi e sulla collaborazione con l’avvocatura e con il personale amministrativo. Il ministro Alfano ha detto oggi che è decollata la posta certificata. Ma quando mai? In quale ufficio c’è questa posta? A Roma, ad esempio, siamo stati noi a proporre il Tiap (trattamento informatizzato atti processuali) al ministero, non il ministero a noi. Non si capisce perché ogni colpa deve ricadere su di noi. Ci hanno anche definito corporazione di fannulloni superpagati. Una costante opera di disinformazione ha contribuito alla sfiducia dei cittadini nei confronti della magistratura. La domanda di giustizia aumenta in Italia più che in Europa a fronte di un clima di ostilità della politica e della scarsezza del personale. In tutta Italia noi magistrati abbiamo un vuoto di organico pari a 1500 unità. Espressione di questo clima ostile è l’ispezione del ministero dopo le scarcerazioni legate agli incidenti del 14 dicembre scorso, tutto questo annunciato con enfasi e a processi appena iniziati di fronte a collegi giudicanti diversi. La presunzione di non colpevolezza deve valere per tutti i cittadini e non solo per alcuni. I magistrati, comunque, vogliono dire ai cittadini che restano sereni e che continueranno a fare il loro dovere nel rispetto della legge».