Pdl in piazza contro i magistrati. Siamo al delirio politico

MILANO – Sono alcune decine gli strani personaggi, fra militanti e onorevoli del Pdl, radunati oggi davanti al palazzo di Giustizia di Milano. 

E’ un presidio a favore di Silvio Berlusconi e contro la magistratura. Usano toni rabbiosi, mostrano una certa inciviltà, linguaggio scurrile, versi di propaganda. A qualche passante di opinioni avverse urlano “provocatore, deficiente, vaffanculo”.
Guardatelo il popolo dell’amore in rivolta contro i pm, capitanato dall’onorevole Santanché. Lei, miss dito medio, dice ai giornalisti siamo di fronte “al palazzzo d’ingiustizia, che cosi abbiamo battezzato” e aggiunge che oggi “viene sbattutto tutto sulla prima pagina anche ciò che non è reato” – ma guardo un po’-, quanto alle donne: fanno male a manifestare contro Silvio, dopo un passato di lotte per l’emancipazione.
Un delirio politico e di quattro pappagalli ammaestrati, urla forte in coro: “Toga rossa non lo dimenticare non si tocca il voto popolare”, “Boccassini dicci come mai contro i delinquenti non intervieni mai”, “magistratura rossa che vuole sovvertire il voto popolare”. Un cartello strisciante, rivolto al presidente della Camera Fini, recita invece: “Dichiaro che SE la casa è di mio cognato mi dimetto”. Altri chiedono “giudici giusti e saggi”. Ma ragionandoci, più che altro, sembramo voler dire: io avvezzo al reato esigo una giustizia su misura. Un manifestante, intervistato, con chiaro riferimento ai pm di Milano spiega “non bisogna confondere la magistratura con quattro deficienti”. Un altro, un condannato negli anni sessanta, vaneggia ai microfoni “io non posso più votare”.

Garantismo. Giudice naturale.  Privacy. Siamo tutto intercettati. Ciò che è problema di Silvio per volontà di propaganda e passante per i suoi media, diventa anche problema del popolo. E’ una fabbrica propagandistica diretta verso vittime, anziani e giovani appassionati della Destra che non c’è. Non pensando che tutto potrebbe essere stato organizzato ad hoc, anche i manifestanti. Di questi dicono alcuni che non vogliono lasciare ai loro figli un’Italia fatta di “spie”. Si da’ campo a nuove paure: quella di essere intercettati, del sovvertimento del voto popolare, della magistratura rossa.
Questo è il mondo surreale, trash, che oggi il popolo della libertà ci ha donato, impugnando bastoni che sorrregono il tricolore, pur alleato ai secessionisti della lega, e infamando un pm che ha lottato contro la mafia.

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