Crisi economica. A Bologna sfilano le vedove dei suicidi

La moglie di Campaniello: “Abbiamo bisogno  di essere tutelati dal governo, non di essere aggrediti con le tasse perchè i soldi non ci sono”

BOLOGNA – In piazza sono scese le vedove degli imprenditori che si sono suicidati e non perchè erano pazzi, come qualcuno vorrebbe far credere, ma per via della crisi economica, in primis della pressione del Fisco e di Equitalia che li ha gettati poco a poco nella disperazione più nera. Un corteo silenzioso che parla da solo, non avrebbe neppure bisogno di essere commentato per la drammaticità che veicola.    La marcia partita dall’Ospedale Maggiore si conclude in via Costa non a caso di fronte all’Agenzia delle Entrate. Luogo in cui il 28 marzo   si è dato fuoco  l’imprenditore Giuseppe Campaniello. Sua moglie dopo aver deposto dei fiori nel luogo esatto dove il coniuge, artigiano di Ozzano Emilia, si è tolto la vita ha detto:”Queste persone quando decidono di togliersi la vita è perché sono portate a farlo. Non sono pazzi, depressi, esaltati. Sono persone disperate che prendono atto della situazione”.

Sui resti del rogo, ancora ben visibili tra pezzi di vetro e materiali carbonizzati, i manifestanti hanno appoggiato anche le bandiere bianche con cui hanno sfilato in corteo. Tiziana Marrone, in lacrime, ha rivolto lo sguardo verso il palazzo della Commissione tributaria, ma non trovato nessuno affacciato.
Poi si è rivolta ai presenti:  “Un grazie a tutti  anche a quelli che non sono potuti venire perchè oggi è un giorno di lavoro, ma sono tantissimi quelli che mi hanno chiamato”.

“Fate qualcosa – ha aggiunto – noi abbiamo bisogno  di essere tutelati dal governo, non di essere aggrediti con le tasse perchè i soldi non ci sono. Fate qualcosa per gli italiani perchè l’Italia non vuole raggiungere gli stessi morti della Grecia”. Marrone ha quindi ricordato il marito spiegando che «Giuseppe si è accollato tutto da solo in silenzio, ha chiesto scusa per non aver potuto pagare il suo debito, ed era una brava persona, non un delinquente». «Io non dormo dal 28 marzo e non so cosa fare, ho bisogno delle istituzioni per andare avanti, ma chiedo anche di essere lasciata in pace perchè se lui sa che sono tranquilla riposerà il pace anche lui», ha concluso la donna facendo appello a quanti si sentono strangolati dalla crisi e dai debiti chiedendo che «chi è nelle stesse condizioni di mio marito parli con le proprie famiglie». Dopo il discorso accolto dall’applauso dei presenti Marrone e Bianchi sono entrate negli uffici della Commissione tributaria, per parlare con un responsabile.

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