Libia. La Lega tiene in tensione il Governo. Ma Bossi frena

ROMA – Un colloquio telefonico ieri «all’ora dei telegiornali» tra Umberto Bossi ed il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Ne dà conto la Padania che nel lungo editoriale a firma di Carlo Passera descrive l’irà del Senatur per «le vicende che dividono nel merito, e con tutta evidenza, le posizioni leghiste da quelle berlusconiane». In merito alla telefonata con il Capo dello Stato, il quotidiano leghista scrive che il leader del Carroccio ha «raccontato la propria posizione» a Napolitano, ovvero ha sottolineato che – sono parole virgolettate di Bossi – «il Consiglio dei ministri non ha mai detto sì ai bombardamenti».

La Padania sottolinea anche le «gravi questioni di metodo» nelle decisioni del governo: «le scelte del premier – si legge – non sono state nè annunciate, nè discusse e tantomeno vi è stato su di esse il semaforo verde del Carroccio, che è alleato fedele e responsabile non certo cieco e sordo passacarte di qualsiasi stravaganza». Il quotidiano del Carroccio riporta poi un altro virgolettato di Bossi che si lamenta per come il premier si è comportato nei confronti di «alcuni tra i migliori ministri come Giulio Tremonti e Roberto Maroni». «Ha fatto far loro – dice Bossi – la figura dei cioccolatai». «Dopo le dichiarazioni di Berlusconi, Gheddafi ci riempirà di clandestini», dice ancora il ministro delle Riforme, mentre il quotidiano sottolinea come «l’efficacia delle misure di contenimento ideate dal Viminale e approvate ieri da Roma e Parigi, unico aspetto veramente positivo di un vertice chiusosi, per il resto, con un vero e proprio disastro».

La Russa: “Nessuna frattura, spero”

Le ripercussioni sulla tenuta del Governo conseguenti alla contrarietà della Lega ai bombardamenti italiani in Libia sono «un problema che affronterà il presidente del Consiglio, il Consiglio dei ministri, ma non bisogna drammatizzare». Lo dice a Mattino Cinque il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, che aggiunge: «una frattura credo non ci sarà, anzi lo spero». Secondo La Russa «non bisogna drammatizzare» perchè «La Lega non ha fatto mai mancare un voto. A differenza del Governo Prodi, il nostro Governo non ha mai avuto un contrasto in termini di voti su un problema di politica internazionale. Se poi non è neanche consentito aprire un dibattito e discutere, avere una diversa sensibilità, mi sembra eccessivo. Certo anch’io – ha aggiunto La Russa – avrei preferito che non ci fosse questa diversità di opinioni, ma quello che conterà alla fine sarà la capacità del Governo di rimanere unito e coeso. L’opposizione non potendo dire niente sulla linea della maggioranza, sta puntando su una eventuale frattura che credo non ci sarà, anzi spero non potrà esserci».

Letta: “Frattura oggettiva nel Governo”

«Il Pd mantiene un atteggiamento coerente con le risoluzioni già votate, ma se la Lega ha cambiato posizione, questo cambiamento va registrato in Parlamento e ognuno deve assumersi le sue responsabilità». Il vicesegretario del Pd Enrico Letta, intervistato dal Mattino, annuncia che il partito «porrà in termini chiari la questione ai ministri degli Esteri e della Difesa». «Che Pdl e Lega siano su due fronti è un dato oggettivo, ed è anche irresponsabile nei confronti dei nostri militari impegnati in questa operazione umanitaria», osserva Letta. «Trovo insopportabile che il governo faccia le due parti in commedia, che reciti il ruolo dell’interventista e contemporaneamente del pacifista». Quella in Libia «non è una guerra, ma un intervento reso necessario dal fatto che una parte consistente del Paese è alla mercè di un dittatore», prosegue Letta. «L’Occidente ha avuto in queste settimane un atteggiamento ondivago e intanto Gheddafi ne ha approfittato per macchiarsi di colpe che sono crimini contro l’umanità. Sono trascorsi mesi prima che il nostro governo passasse dal baciamano al riconoscimento del governo di Bengasi. Una convivenza con il rais è impossibile».

Borghezio: “La Lega non scherza”

«Su temi come lo sbarramento all’invasione dei clandestini la Lega non scherza ed è necessario che la Francia e l’Europa se ne rendano conto. Non siamo di quelli che transigono in queste cose». Così Mario Borghezio, europarlamentare della Lega Nord, intervenendo a Radio Città Futura all’indomani del vertice italo-francese e del via libera ai bombardamenti italiani in Libia. «La stretta di mano tra Berlusconi e Sarkozy? Una stretta di mano è sempre positiva – commenta Borghezio – il problema è vedere cosa sigilla: se è un cedimento a tutte le richieste della Francia e un ripiegamento su una linea non incisiva sulla questione dei rimpatri non va bene». La questione più preoccupante, secondo l’europarlamentare del Carroccio, «è il cambio di rotta sulla questione dei bombardamenti: noi non siamo d’accordo – spiega – perchè siamo preoccupati dalla probabile invasione di profughi e clandestini. In un momento come questo – sostiene Borghezio – assumere una posizione così partecipe nella guerra contro la Libia di Gheddafi vuol dire prepararsi a ricevere centinaia di migliaia di profughi». «Io credo che agli italiani interessi soprattutto la loro sicurezza e noi facciamo l’interesse degli italiani e dei padani. Non siamo di quelli che mettono il tricolore sul balcone in tutti i momenti ma siamo gli unici che difendono il nostro confine dall’invasione degli extracomunitari. Quanto alla possibilità che su queste questioni si apra una crisi di governo, lo deve chiedere a Umberto Bossi – risponde l’esponente leghista – per quanto mi riguarda dobbiamo fare tutto il possibile per evitare l’invasione, che è un pericolo mortale per la nostra identità e non è un fatto positivo neanche per quei popoli, perchè è il mondialismo che vuole i traffici di popoli per sfruttarli e farne dei nuovi consumatori». (

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