Adesso Monti parla di società giusta e la sinistra radicale scende in piazza

ROMA –  Mario Monti non ha voluto commentare i risultati delle amministrative: “Non mi pronuncio sulle scelte degli elettori, nè nel nostro Paese nè negli altri”, ha fatto sapere in una brevissima conferenza stampa a Palazzo Vecchio di Firenze, dove si è svolto il Convegno sulla stato dell’Unione Europea.

Eppure di cose ne ha dette, forse pure troppe. Una va riportata integralmente per la sua originalità: “Siamo impegnati in una serie di riforme strutturali, fatte anche dal governo precedente e dai suoi predecessori, che noi stiamo doverosamente intensificando  e che mirano  ad arrivare ad una società più giusta”.
A che cosa alludesse Monti con questa frase inaspettata non è dato a sapere,  visto che quando assunse l’incarico di presidente del Consiglio parlava di equità e quindi era abbastanza intuibile visto l’univoca interpretazione che si può dedurre, ma  ora no. Anzi, le cose potrebbero stare molto peggio di quello che si pensa. Insomma queste parole provocano una certa inquietudine, almeno in questo frangente in cui anche le cause dei suicidi vanno ricercate altrove, sempre secondo Monti. Se questa è l’equità, figuriamoci la sua “società più giusta” come potrebbe essere.

E mentre lui aspetta con ansia che la riforma strutturale sul lavoro possa essere varata presto dal Parlamento i suoi sostenitori stanno già pensando di mandare a casa il professore. Il presidente di Sinistra Ecologia Libertà, Nichi Vendola, oggi in un’intervista rilasciata all’Unità, precisa che “il tentativo di risanamento finanziario di Monti sia fallito”. E poi: “Ogni giorno che passa si aggrava la crisi sociale e democratica, e si acuisce la distanza tra società e politica. Temo che dopo l’estate arriveremo a una miscela micidiale. Diciamolo pure: il sostegno a Monti è stato piombo nelle ali per il centrosinistra nelle urne”. Insomma l’unica alternativa, secondo il governatore della Puglia,  sarebbe quella di staccare la spina al professore prima che l’Italia sprofondi nei suoi ossessivi e discutibili tentativi di salvataggio.

Indicazioni simili arrivano anche dai giornali del centro destra come Libero e il  Giornale che rispettivamente titolano a prima pagina, “C’è bisogno di una rivoluzione” e “dai Silvio, molla Monti”. Un monito chiaro che arriva dritto dritto al cuore del Cavaliere all’indomani della Caporetto elettorale. Maurizio Belpietro scrive addirittura di rifondare il partito mentre Vittorio Feltri chiede esplicitamente al premier di mollare Monti, “salutare la maggioranza” e passare all’opposizione. E se il centro destra cerca di uscire dalle sabbie mobili  che hanno inghiottito i loro ex elettori fuggiti altrove, la sinistra radicale punta ad una grande manifestazione che avrà luogo a Roma il 12 maggio. I segretari di Rifondazione comunista e dei Comunisti italiani, Paolo Ferrero e Oliviero Diliberto domani spiegheranno i motivi e i temi di questa mobilitazione alla quale hanno già aderito Margherita Hack, Vauro, Franca Rame e molti altri esponenti della società civile.

Insomma Monti sotto il fuoco incrociato della politica, tra chi lo ritiene il capro espiatorio della propria sconfitta, come il Pdl,  e chi invece non avendo una sponda al Parlamento sta cercando in tutti i modi di aprire gli occhi sulla minaccia che Monti rappresenta per la società civile. Ed è così disarmante sapere che ancora non se ne siano accorti tutti.

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