Marionette istituzionali e burattini ribelli: la violenza dentro e fuori dalle stanze del potere

ROMA – Oggi nei video televisivi scorrono le immagini del the day after,  ovvero le macerie del Berlusconi-day.

Dentro le stanze del potere le marionette istituzionali mosse dai fili del Grande Corruttore danno sfoggio di grande gioia con piccoli disarticolati movimenti del corpo: sorrisi a trentadue denti, strette di mano, pacche sulle spalle, garbate dichiarazioni. I ‘traditori’, sconfitti, si leccano le ferite e pensano al primo momento opportuno per riannodare i loro fili, custoditi con cura, al trapezio del burattinaio che li aspetta al varco leccandosi i baffi già unti dal sangue di coloro che li hanno preceduti. Tutto questo succede invisibilmente, e la violenza inaudita che contamina mortalmente le antiche stanze, la vede solo chi ancora capisce profondamente il senso nascosto delle favole.

Fuori delle stanze del potere, nelle vie e nelle piazze che fanno da cornice ai luoghi deputati alla politica, le telecamere inquadrano qualche vetrina rotta, una sedia che ieri fu incendiata da ragazzi con il volto coperto, un cartello, che umilmente segnala il passaggio degli autobus, leggermente storto. Eppure ieri le immagini andate in onda mostravano chiaramente i burattini ribelli, mossi dalla mano interna di una rabbia irrefrenabile, che prendevano d’assalto uomini delle forze dell’ordine rinchiusi all’interno dei loro mezzi blindati. Forze dell’ordine che poi si son ben vendicati con la stessa rabbia dei manifestanti dimenticando di essere loro fratelli e quindi figli dello stesso dio minore: solo pochi giorni erano loro a protestare di fronte ai palazzi della politica per elemosinare i soldi della benzina che serve per spostare i mezzi con i quali dovrebbero affrontare anche i burattini ribelli.
Ieri sono andate in scena tensioni, politiche e sociali, entrambe violente: la prima invisibile ai più, la seconda palese. Apparentemente quella invisibile ai più è la meno violenta. Ma qualcuno si potrebbe chiedere se la violenza non agita materialmente dal Grande Corruttore e dai suoi Bravi sia minore o superiore a quella dei burattini ribelli che spinti dalla rabbia interna fracassano le cose e picchiano e si fanno pestare da Poliziotti e Finanzieri.
Le televisioni hanno subito mostrato gli episodi di violenza materiale dei dimostranti violenti, per mostrare le sofferenze e le morti che esseri umani respinti da leggi naziste scontano negli inferni dei campi di concentramento libici, ci sono voluti mesi e mesi e ora non appaiono più, non son più di moda, non si accoppiano bene con il colore del governo.

Forse ci si deve chiedere se sono più violenti questi ragazzi pieni d’odio verso le istituzioni che li ingannano e li tradiscono, ogni giorno, chiedendo loro di farsi legare come bestie da soma ai fili di corruttori grandi e piccoli, o se non sia vero il contrario.
A volte però le televisioni fanno il loro mestiere e obiettivamente, forse senza rendersene conto, mostrano, a chi sa vedere, la gestualità del Grande Corruttore che ieri si muoveva raggiante tra i banchi della Camera dei Deputati stringendo con veemenza una mano, abbracciando con calore un corpo, baciando ‘con affetto’ una guancia, mentre, nello stesso istante, con fili vischiosi, avvinghiava a sé uomini e donne così compromessi con il gioco disumano del potere, da non avere più quella sensibilità umana, che fa suonare i campanelli di allarme di fronte ad una violenza invisibile.

Così il Grande Corruttore continuerà fino alla fine, la sua, a contaminare uomini e donne della politica, dell’industria, della comunicazione, in modo compulsivo, come fanno i serial killer, con l’unico scopo di mantenere il proprio rapporto onnipotente, e quindi malato, con la realtà che lo circonda. E per far questo è disposto a pagare qualsiasi cifra, tanto i costi – vedi Caso Antigua – non sono mai a carico suo personale.
Il programma di governo più impellente secondo il Grande Corruttore? Cercare con forza, non di tessere rapporti con i partiti per allargare la maggioranza, “ma con singoli deputati che militano in partiti di cui non condividono più la linea”. Vale a dire, la compravendita, anche con mezzi ricattatori, come ventilato da Barbareschi per il caso della deputata Polidori, di deputati e senatori.
È esattamente la stessa cosa che sta facendo con i lavoratori la Confindustria, mandando avanti Marchionne a fare da piede di porco: delegittimare i sindacati e avere rapporti diretti con i lavoratori distruggendo così ciò quel poco che ormai rimane dell’unità tra operai.
E così, Egli, continuerà, e continuerà, devastando le istituzioni e riempiendo di rabbia una parte del paese che ormai a ben poco da perdere: stanno diventando milioni coloro che non hanno o non avranno più nessuna copertura  finanziaria.
Il Grande Corruttore continuerà a corrodere l’umanità e la vitalità degli Italiani fregandosene altamente se nel frattempo in Italia cominciano le prime prove generali di una guerra civile, che si spera, rimanga circoscritta a modalità simili a quelle della Grecia … si spera.

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