P4. Silenzio. Parla Bisignani

ROMA – A vederlo in fotografia sembra il classico disadattato che a scuola lo si immagina vittima di angherie da bullismo. Il ragazzetto intelligente con gli occhiali che non è simpatico a “quelli svegli” perché troppo preparato o troppo bravo. Troppo educato o magari secchione, indisponente. Uno da infastidire, da punire. Uno che nella vita, poveraccio, non combinerà mai niente.

Te lo ritrovi invece all’interno di società segrete massoniche che mirano a sovvertire l’ordine democratico dello Stato, in combutta per una riorganizzazione gerarchica della società fatta su principi plutocratici, machiavellico consigliere sfuggito indenne dalla tagliola di mani pulite ed approdato alla seconda repubblica come un marziano: l’uomo più potente d’Italia ha il volto di Bisignani.

Conosceva tutti. Consigliava tutti. Su tutto. Parlava al telefono con i ministri, avvertiva Letta, indirizzava Berlusconi, favoriva certi affari, ne ostacolava altri. Sembra una storia di quei film di spionaggio americano in cui c’è sempre un cattivo burattinaio che sordidamente trama per cambiare le sorti del proprio paese a piacimento suo e dei suoi compari.

Bisignani otteneva notizie segrete riguardanti inchieste su personaggi politici di rilievo o su faccendieri ed amici di amici e fedelmente le andava a riportare al potente di turno. Gianni Letta, amico caro, testimone di nozze, era il suo punto di riferimento principale. A lui raccontava delle inchieste su Verdini, che poi avallava la candidatura forzata di Papa nelle liste del Pdl, che a sua volta procurava a Bisignani le informazioni segrete che tessevano i primi fili della ragnatela.

E quello che sconvolge è proprio la ragnatela. Un giro vorticoso ed inimmaginabile di affari sporchi, soffiate, consulenze e favoritismi che investe ogni ramo della società civile italiana: dalle procure ai servizi segreti, dai vertici dei corpi d’armata ai giornalisti, dai politici –quelli sempre- ai grandi imprenditori fino ad arrivare addirittura a Masi, sconsigliato a Berlusconi da un Bisignani occasionalmente inascoltato. Palesemente a torto, come si vedrà in seguito.

Dall’interrogatorio del faccendiere emergono quindi risvolti inquietanti dell’indagine sulla presunta P4, ovvero una fitta trama di interessi di ogni genere che sostanzialmente mina alla base le radici democratiche italiane. Un’ associazione a delinquere massonica il cui obiettivo principale è sempre il solito: controllare e ridistribuire il potere solo ed esclusivamente all’interno della propria rete di affiliati per gestire la società e le sue ricchezze.

Concludendo, forse alcune valutazioni sembreranno troppo forti, altre faziose, altre ancora strumentali ed il lettore sia sempre libero di seguire i propri orientamenti critici, ma ciò che è inconfutabile ed incontrovertibile è e resterà sempre la verità: da decenni il nostro paese è manipolato da associazioni massoniche che sovvertono letteralmente l’ordine costituito per interessi di casta. P2-3-4 lasciano intravedere solamente il 5, nient’altro.

Il governo che fa? Si preoccupa delle intercettazioni. Perché la gente non deve sapere. Amen.

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