Crisi. La destra politica, sciagura che si mangia l’America e l’Italia

Il Tea Party, la scellerata ideologia repubblicana, sta portando l’America alla catastrofe, come in Italia una destra egoista ed incapace di applicare il principio di equità sociale alla sua azione di governo

Mentre i mercati europei registrano un nuovo, pesante tonfo, i repubblicani americani che si riconoscono nella scellerata dottrina del “Tea party” rischiano di affondare del tutto il Paese, puntando al tanto peggio tanto meglio pur di non venire incontro alle moderate e razionali richieste del Presidente Obama. Il quale ha dovuto ingoiare più di un rospo per proporre compromessi su compromessi, a condizione di mantenere fermo il principio dell’equità fiscale, in base al quale di fronte ad una acuta crisi come quella del bilancio federale i ceti più ricchi devono fare più sacrifici rispetto ai già tartassati ceti medi e poveri.

Ma lo schema scellerato delle destre in tutto il mondo, in USA come in Italia, segue sempre lo stesso copione: i sacrifici devono essere addossati soltanto a chi ha meno reddito, cioè alla maggioranza della popolazione, alla base della piramide sociale non alla vetta, dove i miliardari devono continuare a fare il bello e cattivo tempo senza dover troppo temere un qualche riverbero della crisi economica sui loro forzieri.

La dottrina del “Tea party”, l’ideologia della parte più regressiva e irresponsabile di un grande Paese come l’America, avendo conquistato la maggioranza al Congresso nelle elezioni di “mid terms” di novembre, è riuscita fino ad ora a tenere in scacco il Presidente democratico imponendogli ripetuti passi indietro, per abbatterlo definitivamente nelle elezioni presidenziali del 2012.

Similitudini che accomunano l’oltreoceano alle sponde italiane, perché le destre sono uguali in tutti i Paesi del mondo. Puntano all’egoismo sociale, al rifiuto del solidarismo e dell’equità, sono dominate da quegli “animal spirits” che, nel corso del tempo, ne hanno trasformato l’originario animo piratesco in manigolderia consolidata dalla crudeltà e da una sorta di “cupio dissolvi” in grado di rappresentare una delle più gravi minacce dell’umanità. Sia in America che in Italia, la destra è disposta a trascinare il Paese nel baratro pur di non toccare gli interessi dei ricchi. In Italia, su tre manovre economiche imposte dal ministro Tremonti, non una ha ritenuto doveroso aumentare le aliquote marginali per i redditi superiori ai 100 mila euro, non una ha introdotto strumenti veramente efficaci per stanare gli evasori fiscali e recuperare gettito, non una ha ritenuto di sostenere il reddito dei lavoratori dipendenti, il vero cuore pulsante della domanda aggregata, quindi della crescita economica. Esattamente come vuole il “Tea party” in America, rischiando di far fallire la più grande potenza economica del mondo, il partito berlusconiano non si smuove sul piano della politica economica, non “mette le mani in tasca agli italiani”, preferendo aumentare la retta degli asili nido che pesa sulle spalle dei lavoratori, introducendo i ticket sanitari, depredando con il blocco della contrattazione gli stupendi pubblici.

C’è del metodo in questa follia delle destre nel mondo, forse un oscuro disegno per annullare due secoli di progresso, sostenendo quell’odio viscerale e senza senso (rinfocolato in Italia da Berlusconi) contro tutto ciò che sa di socialismo e di comunismo, quando si tratta invece soltanto di allargare le maglie del benessere e di metterlo a disposizione di un numero maggiore di cittadini, che oggi non sanno più come mettere insieme il pranzo con la cena.

È l’altra faccia delle mitragliate del nazista Anders Behring Breivik, che stendono la popolazione dal punto di vista economico, privando i giovani, gli immigrati regolari, i poveri di qualsiasi prospettiva pur di alimentare l’insensata accumulazione di miliardi dei ricchi e delle cricche. Ma la storia insegna che questo tipo di depredazioni quasi sempre hanno promosso movimenti ribellistici o rivoluzionari. È questa, forse, la prospettiva più realistica che potrebbe verificarsi nel mondo capitalistico, un rivolgimento tale da imporre con la forza ciò che viene negato alla ragione e alle armi della democrazia.

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