Libia. Le ultime ore del rais. Gheddafi resiste, ma non è Hitler e non si suiciderà

TRIPOLI – “Credo sia difficile che Gheddafi possa arrendersi. Non è come Hitler che ha avuto il coraggio di suicidarsi, lui non ha questo coraggio. Non credo che l’evolversi della situazione a Tripoli gli consenta di sopravvivere”. Queste parole le ha pronunciate  l’ex numero due del regime libico, Abdessalem Jalloud, in una intervista esclusiva al Tg3, mentre nella capitale libica si continua a combattere per sconfiggere definitivamente il sanguinario Gheddafi.

Secondo fonti del governo libico sarebbero morte almeno 376 persone su entrambi i fronti, mentre mille sarebbero rimaste ferite. Tutto da confermare chiaramente, almeno fino a quando non verrà messa la parola fine a questi aspri combattimenti, che con ogni probabilità  termineranno con la caduta definitiva del Colonnello.
Sempre  Jalloud, che da ieri si trova in Italia dopo essere fuggito dalla Libia, pensa che per sconfiggere il regime del rais serviranno almeno 10 giorni: “Gheddafi a Tripoli non ha la possibilità di uscire, – ha detto il numero due del regime libico – tutte le strade sono bloccate, non lo sappiamo se anche il confine con l’Algeria, nel deserto, nel Sahara, ma da Tripoli è difficile. Non potrà uscire se non attraverso un accordo internazionale, io penso che questo approccio appartenga al passato. Ha perso ogni occasione”.

Intanto i ribelli fanno sapere di controllare la maggior parte delle zone di Tripoli e prevedono che entro stanotte libereranno tutta la capitale. Almeno questo afferma Abu Sadiq, intervistato in diretta dal canale satellitare Al Jazira in qualità di portavoce dei ribelli a Tripolì. “La battaglia di Tripoli – ha detto – è la battaglia di tutta la Libia”.

 

Libia. La battaglia finale. Gli insorti giunti al bunker di Gheddafi. LA DIRETTA

19,00 – Mentre si intensificano i combattimenti per le strade della capitale libica, che hanno provocato già 123 vittime, Muammar Gheddafi lancia l’ennesimo messaggio audio trasmesso dall’emittente televisiva Al Jazeera. “Non mi arrenderò mai e non me ne andrò” dice il rais precisando che in questo momento si trova a Tripoli. E poi aggiunge: “Tripoli brucerà”. Infine il Colonnello lancia un invito ai suoi sostenitori: “Venite al mio fianco per liberare la capitale dai ribelli”.

 

18,40 – “Tripoli  cadrà da qui a domani”. È quanto afferma uno dei capi dei ribelli libici, Abdelhakim Belhaj. Della stessa opinione è il rappresentante del Consiglio nazionale transitorio (Cnt) negli Emirati arabi uniti, Aref Ali Nayad. «Ci attendiamo la vittoria per stanotte», ha detto durante una conferenza stampa a Dubai. Nayad ha anche aggiunto che l’organo della ribellione ha chiesto ufficialmente alla Nato un maggiore impiego degli elicotteri d’assalto Apache nei combattimenti.

 

18,24  – I ribelli libici hanno preso il controllo di una base militare alle porte di Tripoli, impadronendosi di armi, munizioni e veicoli. È quanto riporta un corrispondente della France Presse sul posto. Centinaia di ribelli sono entrati nella base, a Ovest della capitale, sulla strada di Zawiyah. La caserma era l’ostacolo più importante sulla strada per Tripoli. La base è circondata come una fortezza da uno spesso muro alto una ventina di metri. All’interno, in mezzo a una foresta di eucalipti, ci sono armi, lanciarazzi Grad, vari tipi di veicoli e casse di munizioni. Nel frattempo colpi d’arma da fuoco  vicino all’hotel di Tripoli dove alloggiano i giornalisti stranieri.

18,15 -Continuano a rincorrersi le voci circa la probabile fuga di Gheddafi e della sua famiglia verso l’Algeria.  Tuttavia gli interessati smentiscono tale ipotesi e il nuovo rappresentante permanente degli insorti a Parigi, Mansur Saif al Nasr, si è limitato a dire che  esponenti libici  hanno parlato del futuro del paese, senza specificare se si sia parlato di Gheddafi.

 

Secondo alcuni analisti, al momento della verità Gheddafi potrebbe poter contare su veri amici in Africa. Il presidente sudafricano Jacob Zuma ha più volte assicurato di considerare il colonnello  un fratello  e più di volte ha proposto di trovare una soluzione al conflitto. Del resto il Sudafrica in passato ha accolto dittatori esiliati e messi al bando, come ha fatto con l’ex presidente di Haiti che è stato per sette anni, dal 2004 a quest’anno, in esilio in Sud Africa. Anche il mandato di arresto della Corte penale internazionale non sarebbe un ostacolo, dal momento che l’Unione Africana ha dichiarato che non li applica autoamticamente. Basti pensare al presidente del Sudan, Omar al Bashir, su cui pende da anni un mandato d’arresto che non gli impedisce di viaggiare indisturbato in diversi paesi africani, anche se firmatari dello statuto del Cpi.

 

17,25 –   Gruppi di ribelli libici, durante la loro avanzata verso Tripoli, hanno liberato diverse decine di detenuti dalla prigione di Maya, a circa 25 chilometri a ovest della capitale, secondo quanto ha potuto constatare sul posto un corrispondente della France Presse. Nella prigione erano rinchiusi detenuti anti-Gheddafi. Molti erano particolarmente magri e alcuni avevano segni di torture. I prigioneri erano rinchiusi in 20 in celle di nove metri quadrati, in un’afa soffocante.

 

16,35 – L’ultimo bilancio delle vittime provocate dai combattimenti in corso a Tripoli sarebbe di 100 ribelli. E’ quanto riporta il canale satellitare al Arabiya. Ancora incerto il numero dei morti tra i soldati del rais.

 

16,25 – Secondo quanto riferito dalla tivù araba Al Jazeera, la Nato sta continuando a bombardare il bunker Bab al-Aziziya a Tripoli dove probabilmente si trova il Colonnello Gheddafi. Per ora il regime libico ha continuato con la sua solita propaganda, facendo leva sui tanti volontari civili che sarebbero pronti al martirio qualora la città dovesse cadere in mano ai ribelli. Sul fronte opposto provengono segnali di forte ottimismo. Gli insorti sono sicuri che Gheddafi è spacciato e che – sempre ammesso che si trovi ancora nella capitale – avrebbe le ore contate.

 

16,16 – “I mercenari di Gheddafi cominciano a non ricevere la paga e hanno iniziato a combattersi tra loro, tra ciadiani e maliani  in una sorta di guerra tra poveri”. Lo riferisce  il console italiano a Bengasi, Guido De Sanctis, sottolineando come questo rappresenti un altro segnale dello  sbriciolamento  del regime libico. Per contrastare la rivolta contro il governo, il Colonnello ha fatto ricorso nei mesi scorsi a truppe di mercenari, provenienti soprattutto dai vicini Paesi africani, da affiancare alle truppe governative.

 

16, 11 – I ribelli libici di Misurata, a 200 km a est di Tripoli, si sono infiltrati nella capitale via mare per partecipare ai combattimenti in corso. Lo ha detto all’Afp uno dei portavoce locali degli insorti, Abdullah Melitan, del Centro media del consiglio militare di Misurata. «Un gruppo avanzato dei ribelli di Misurata hanno raggiunto Tripoli stamani via mare», ha dichiarato il portavoce.

16,06 –  La Nato sta bombardando il compound di Gheddafi a Bab al-Aziziya e ha colpito anche l’aeroporto di Mitiga. È quanto riporta il corrispondente da Tripoli della tv al Jazira.

15,32 – La nave maltese che doveva evacauare i cittadini stranieri che si trovano ancora a Tripoli è stata costretta a riprendere il largo, senza poter caricare i passeggeri, perchè finita sotto il fuoco dei combattimenti. È quanto si legge sul sito di Malta Times che cita una portavoce del ministero degli Esteri polacco.

 

15,30 – Seif al Islam, uno dei figli del colonnello libico Muammar Gheddafi, ha detto: “Il regime di Tripoli  non abbandonerà mai la battaglia”. E poi  “Abbiamo il fiato lungo. Siamo sulla nostra terra e nel nostro paese. Resisteremo sei mesi, un anno, due anni… e vinceremo”. Questa mattina anche il pl Colonnello aveva lanciato un messaggio audio facendo appello ai suoi sostenitori affinchè «marcino a milioni» per mettere fine alla «mascherata» del conflitto. «Bisogna mettere fine a questa mascherata. Voi dovete marciare a milioni per liberare le città distrutte», cioè quelle controllate dai ribelli. Il rais se l’è poi presa ancora una volta con la Francia del presidente Nicolas Sarkozy, accusato dal rais di volersi «prendere il petrolio» libico.

 

15,22 – Secondo Mussa Ibrahim, portavoce del regime, ci sarebbero migliaia di cittadini volontari che hanno deciso di difendere Tripoli e Gheddafi. “Si spargerà molto sangue – ha detto Mussa – che ha parlato di azioni patriotiche”.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

15,19 – Nel frattempo il canale di Al Jazera parla di moltissimi abitanti di Tripoli che sono scesi nelle strade, molti disarmati. A Tajourah i residenti sarebbero riusciti a liberare 450 detenuti di una prigione, mentre nella base militare di Mitiga i soldati che dovevano difenderla avrebbero deposto le armi. Intanto, sempre al Jazeera, parla di 31 soldati governativi ed altri 42 catturati nel corso dei combattimenti in corso a Tripoli.

 

15,10 – I ribelli hanno fattoprigionieri 100 soldati di Gheddafi. E’ questo il bilancio provvisorio della battaglia che si sta consumando a Tripoli. Tra questi –  secondo quanto riferito dalla televisione satellitare Al Jazira -ci sarebbe anche un generale dell’aviazione.

 

TRIPOLI – E’ scoccata l’ora X per il sanguinario Colonnello Muammar Gheddafi. Gli insorti appoggiati dalle forze Nato da ieri sono entrati nella capitale libica e si troverebbero a poche centinaia di metri dal nascondiglio segreto che in questi giorni ha ospitato il Colonnello e i suoi fedelissimi. Tuttavia si susseguono le voci su una possibile fuga di Gheddafi, il quale con la sua famiglia avrebbe raggiunto la frontiera con l’Algeria, anche se al momento non è arrivata nessuna conferma.

Anzi, il portavoce del governo libico Moussa Ibrahim, che denuncia esecuzioni, saccheggi, stupri e torture da parte dei ribelli, ha fatto sapere che Tripoli è protetta e che migliaia di soldati sarebbero pronti a difenderla dagli attacchi degli insorti sostenuti dalla Nato. Insomma i fedeli al rais non molleranno tanto facilmente la presa sulla capitale.

Intanto si fa sempre più strada  l’ipotesi che Gheddafi in extremis possa far uso delle armi chimiche. “La paura per l’utilizzo di tali sostanze da parte degli uomini di Gheddafi è il grande nemico dei ribelli”, ha detto  Foad Aodi dell’Associazione medici stranieri in Italia, riferendo informazioni apprese da amici libici e colleghi di ospedali  – che sono tutti in allerta”.

“Ad ogni modo se Gheddafi sarà catturato dai ribelli verrà trattato come i prigionieri di guerra secondo il diritto internazionale”. Questa la promessa del presidente del Consiglio nazionale transitorio (Cnt), Mustafa Abdel Jalil, che ha parlato con la tv satellitare Al Arabiya ed esclude dunque che il colonnello possa essere oggetto di una giustizia sommaria. Gheddafi e i suoi accoliti, afferma il leader della ribellione libica, «sarà processato secondo la legge».

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