Il Caimano scenderà in piazza contro i Pm se la Consulta boccerà il legittimo impedimento

ROMA – Un vero e proprio colpo di mano contro i magistrati, i pm che lo vogliono processare come qualsiasi altro cittadino. E’ quello annunciato dal Caimano nella trasmissione di sua proprietà “Matrix” ieri sera, senza alcun contraddittorio, gli stessi che vengono richiesti a gran voce e spesso imposti quando a parlare in televisione è un esponente dell’opposizione.

«Se l’11 gennaio la Consulta farà una sentenza contro di me continuerò a governare. Ma mi difenderò, scenderò in campo e racconterò agli italiani chi sono i giudici e come sono andate veramente le cose. Io non temo questo giudizio, perchè non ho commesso nessuno dei reati che mi vengono attribuiti», ha detto il magnate di Arcore, aggiungendo che «se ci dovesse essere un giudizio contro di me in quel caso, andrò in tv, in aula e in piazza per fare vergognare chi mi accusa». Poi ha ripetuto il solito ritornello sulla supposta sovranità popolare che sarebbe stata “sequestrata” dai giudici: «Nel nostro Paese la sovranità non appartiene al popolo, come dice la Costituzione, ma ai pm della sinistra». Se oggi il Parlamento approva una legge che viene firmata dal capo dello Stato, ma questa non piace ai giudici di sinistra, loro la impugnano e la portano davanti alla Consulta, dove la maggioranza è fatta da magistrati di sinistra nominati dai precedenti capi dello Stato. Quindi, la Consulta abroga una legge voluta dal Parlamento che rappresenta la sovranità popolare». Nemmeno sfiora la mente del premier che, in un sistema di pesi e contrappesi, una legge possa essere impugnata perché contraria alla Costituzione. L’analfabetismo democratico del Caimano si rivela portentoso. Se La Corte non avesse svolto questo ruolo, adesso l’Italia sarebbe un Paese retto da una dittatura personale, con leggi approvate a suo esclusivo favore e probabilmente i principali esponenti dell’opposizione sarebbero stati incarcerati e resi inoffensivi.

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