Bankitalia. Per i giovani non c’è nessuna opportunità

ROMA – Sconfortante il rapporto sulle economie regionali realizzato dalla banca d’italia.

Infatti, si legge che anche nel 2011  è proseguito il trend di costante peggioramento delle opportunità di occupazione per i più giovani. “Nel 2011 –  si legge nel rapporto – la quota di occupati sul totale della popolazione con meno di 35 anni è calata di 1 punto percentuale nel nord e 1,8 al centro; quella di occupati con 55-64 anni è cresciuta rispettivamente di 2,2 e 0,8 punti, anche per effetto del progressivo innalzamento dell’età di pensionamento. nel mezzogiorno le differenze per classe
d’età appaiono mitigate”.

Ma il dato più negativo parla dei giovani tra i 15 e 29 anni il cui tasso di disoccupazione era pari al 20,5 per cento, più del doppio di quello complessivo e in netto aumento rispetto al 2008 in tutte le macroaree (5,1 punti nel nord, 5,7 al centro e 5,5 nel sud).
I giovani inattivi che non svolgono un’attività di studio o formazione erano nel 2011 circa 1.500.000 e rappresentavano il 15,8 per cento dei giovani in questa fascia d’età. Quasi il 60 per cento risiedeva nel mezzogiorno, dove la quota sul totale dei giovani è arrivata al 23,3 per cento (0,5 punti in più rispetto al 2010); al centro nord la quota era pari al 10,8 per cento. I giovani pagano un elevato prezzo per la crisi anche in termini di qualità. Il rapporto di bankitalia rileva che tra i giovani occupati più istruiti, una quota elevata svolge mansioni il cui profilo qualitativo è relativamente scarso: tra il terzo trimestre del 2008 e il secondo del 2011, circa un quarto degli occupati tra i 25 e i 34 anni in possesso di almeno una laurea triennale svolgeva un lavoro a bassa o nessuna qualifica; la quota era più alta al centro e nel nord est (rispettivamente il 28,7 e il 25,3 per cento) rispetto al nord ovest (23,9) e al mezzogiorno (22,6). Il 32,1 per cento dei giovani occupati laureati svolgeva inoltre lavori che non riflettevano l’ambito tematico del corso di studi di provenienza (il 27,7 per cento nel mezzogiorno, a fronte di oltre il 30 per cento nel centro nord).

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