Spread, il ballo dell’estate. Italia nel mirino della speculazione

ROMA – Editorialisti,  retroscenisti, giornalisti economici dislocati a Bruxelles, Francoforte pronti a raccontarci, ormai sono una ventina, riunioni di capi di stato e di governo, ministri delle finanze, commissari varii, quasi sempre inconcludenti, Eurozona,  Eurogruppo a getto continuo, si sono gettati a pesce  sull’adirata reazione di Monti a un intervento del presidente di Confindustria.

Intanto la riunione dell’Eurogruppo a Bruxelles non era una piacevole passeggiata. Ore ed ore di discussione   sul fondo salva stati, lo scudo anti spread che entrava dalla porta e usciva dalla finestra, una riunione senza fine, tutto rimandato alla riunione di martedì dell’Eurofin. Un annuncio chiaro che in questa torrida estate sarà di gran moda il ballo dello spread. Non solo. Il vero fatto del giorno,ignorato dai media italiani ,viene dal mercato finanziario e segnala il pericolo che incombe sull’Italia che entra, dopo la Spagna, del mirino della speculazione.

Titoli tedeschi e francesi nelle casseforti dei Fondi

 I titoli di stato francesi e tedeschi a sei mesi sono stati acquistati malgrado il tasso di rendimento negativo. La Germania, ne ha collocato sul mercato per 3,29 miliardi di euro con un tasso di rendimento negativo dello 0,0344% , il nuovo minimo storico. La Francia ha venduto titoli di Stato a 6 mesi per 1,99 miliardi di euro registrando un tasso negativo pari a -0,006%.  Cosa significa l’acquisto in negativo? Vuol dire che i grandi Fondi internazionali preferiscono mettere  i loro soldi in casse sicure, anche senza riscuotere interessi. Il segno che messi in cassaforte  i titoli sicuri la speculazione è pronta ad aggredire ancora. Dopo la Spagna,appunto, tocca all’Italia. E il Ma questo è sfuggito a commentatori, retroscenisti, editorialisti. Nessuno vi ha fatto cenno proprio mentre l ministri finanziari si riunivano per discutere di scudo antispread, di aiuti alla Spagna che ha chiesto il rinvio di un anno per il pareggio di bilancio. Insomma di fronte alla vera notizia i media italiani si sono baloccati con  l’ira di Monti e la sua reprimenda contro il presidente di Confindustria.

 Squinzi, confrontandosi con Susanna Camusso aveva avuto l’ardire di avanzare critiche all’operato del presidente delConsiglio. Aveva espresso la necessità di “evitare “ che la revisione della spesa, “ spending review” in inglese quasi  che detta in anglosassone la manova diventasse meno pesante, più digeribile. “evitare “ ripetiamo che l’operazione provocasse “macelleria sociale”. Poi aveva dato un voto di non sufficienza a Monti. La parola “ evitare” è stata ignorata dal premier e poi eliminata dalle cronache giornalistiche.

In alto mare lo scudo anti spread

 Così Monti si  è lasciato andare, ed ha detto uno sciocchezza accusando Quinzi di aver pronunciato parole che provocano l’aumento dello spread. Ciò proprio mentre  i ministri finanziari si apprestavano a riunirsi per decidere i “ dettagli” in materia di lotta alle speculazioni, il famoso scudo antispread  di cui si era discusso nel vertice di Bruxelles , approvato alla unanimità ma solo nelle linee generali. Insomma per dirla chiara si era approvata solo l’esigenza di combattere la speculazione. In particolare la  stampa italiana salvo eccezion, gridava alla vittoria, sconfitta la Merkle. Lo stesso Monti  dava l’annuncio della grande vittoria. Ma quando Olanda e Finlandia hanno posto i piedi nel piatto ed hanno fatto capire che i “dettagli” erano la sostanza di un provvedimento che era tutto da discutere, quando la stessa Merkel ha detto che non c’era bisogno di nuove regole, andavano bene quelle che c’erano. In sostanza l’uso del fondo salva stati sarebbe costato al paese che lo richiedeva una sorta di commissariamento da parte della Ue. Vecchie regole appunto. La riunione dei ministri delle finanze cui partecipa Monti insieme al vice Grilli  che era stata annunciata come un semplice passaggio per poi arrivare alla decisione  ha preso una piega ben diversa.

L’obiettivo Squinzi un diversivo per Monti

 Non si sbaglia di molto ad affermare che l’obiettivo Squinzi ha rappresentato per Monti un diversivo, accentrando l’attenzione dei media sulle parole del presidente di Confindustria. Il premier sapeva bene che lo spread in rapida crescita non aveva niente  a che fare con l’intervento del capo degli industriali. Bisognava creare un diversivo. E subito si sono prestati alla bisogna fior fiore di imprenditori,m quelli pubblici, gli ex boiardi per intenderci, quelli che si spellavano la mani quando Berlusconi diceva che era uno di loro, che il loro programma era il suo e portava l paese al disastro. Lo stesso Squinzi precisava, niente asse con la Cgil, il governo aveva recuperato credibilità internazionale ma, per carità, ribadiva che con lo spread non aveva niente a che vedere. Ovviamente. Ma la giornata economico-finanziaria scorreva su questi binari. Lo spread fra titoli italiani e bund tedeschi superava i 480 punti base, il rendimento dei nostri bot scavalcava l’asticella del 6%, entrava in zona rossa, di quelli spagnoli saliva ad oltre il 7%. Il bund tedesco rimaneva bloccato a 1,3% Le Borse andavano tutte sotto, salvo Milano che aveva un leggero aumento. In negativo l’apertura di  Wall Street.Chiudeva in rosso la Borsa di Tokio. In netto calo Hong Kong. Un rallentamento dell’economia cinese completava il quadro. Squinzi non c’entra per niente. Con buona pace di Monti.

Condividi sui social

Articoli correlati