Afghanistan. Domani i funerali di Michele Silvestri. La soldatessa fuori pericolo

ORE 15,36 Monica Graziana Contrafatto, il primo caporal maggiore, ferita ieri in Afghanistan, sarà trasferita appena possibile nell’ospedale americano di Ramstein, in Germania. La giovane, che si è arruolata nell’Esercito nel 2006, è giunta in Afghanistan da pochi giorni per la sua seconda missione nell’area, dopo quella svolta dal novembre 2009 all’aprile 2010. Originaria di Gela, la soldatessa, pur gravemente ferita, non è in pericolo di vita.

 

Funerale solenne per Michele Silvestri. Lutto cittadino

ORE 12,22 – Le esequie solenni del sergente Michele Silvestri, ucciso ieri in Afghanistan, si svolgeranno alle 18 di domani nella Chiesa Santa Maria degli Angeli di Roma. Oggi i familiari partiranno per Roma a bordo di un minibus dell’Esercito dove domattina, all’aeroporto di Ciampino, giungerà la salma del loro congiunto. Per Roma partiranno i genitori del militare, la suocera, la moglie, il fratello con la fidanzata e la sorella con il marito. La famiglia sarà accompagnata nel viaggio e durante la permanenza nella capitale dalla psicologa dell’Esercito, il tenente Claudia Marino, e da alcuni ufficiali.

 

ORE 10,04 – Rientrerà in Italia domani, 26 marzo, la salma di Michele Silvestri, il sergente del 21/o Genio Guastatori di Caserta morto ieri in Afghanistan durante un attacco a colpi di mortaio. Lo fa sapere lo Stato Maggiore della Difesa, precisando che l’aereo con a bordo la salma del militare atterrerà domani, alle 11.00, presso l’aeroporto di Ciampino. I rappresentanti degli organi di stampa accreditati dovranno presentarsi all’ingresso dell’Aeroporto Militare dalle ore 9.00.

 


 

 ROMA 24 MARZO 2012

ORE 22,38 – Due dei cinque militari feriti nell’attacco in Afghanistan sono calabresi, tutti appartenenti al Primo reggimento bersaglieri di Cosenza.

 

Si tratta di Nicola Storniolo, che è di Nicotera (Vibo Valentia), e di Salvatore De Luca, di San Giovanni in Fiore (Cosenza). Dei due in condizioni più critiche è De Luca, che è stato comunque stabilizzato. Storniolo, invece, ha riportato lievi ferite e le sue condizioni non destano alcuna preoccupazione.

 

ORE 22,36 – Ha 31 anni, Monica Contraffatto, la soldatessa rimasta gravemente ferita, ed è in forza al 1/o Reggimento Bersaglieri di Cosenza. La ragazza è originaria di Gela, nel Nisseno, dove abitano i suoi genitori e un fratello. Proviene da una famiglia di operai. Il padre è pensionato e lavorava al petrolchimico Eni di Gela. La madre è casalinga. Abitano da cinque anni in una casa in via Plinio. Monica si è diplomata in ragioneria nell’istituto commerciale di Gela, Itc Luigi Sturzo; poi si è laureata in Scienze Motorie. Successivamente ha partecipato al concorso per l’arruolamento nell’Esercito ed è stata assegnata al reparto calabrese. È stata questa la sua prima esperienza all’estero. «Monica è una bravissima ragazza, sveglia e intelligente con una grande voglia di avventura e un notevole coraggio», dicono i vicini. E messaggi di affetto e di speranza per una rapida guarigione dalle ferite riportate nell’attacco sono state espresse da amici e conoscenti alla famiglia ed alla giovane soldatessa anche su Facebook. Sul social network in tanti hanno manifestato il proprio dolore per l’agguato.

 

ORE 22,17 – Un team di psicologi dell’esercito ha raggiunto la famiglia del sergente Michele Silvestri. Nel frattempo sale la preoccupazione a Gela nel Nisseno, città di origine della soldatessa Monica Graziano Contraffatto, rimasta gravemente ferita nell’attacco di oggi.  I genitori abitano al numero 15 di via Plinio nel quartiere Locu Baruni, in una palazzina a due piani. Nè il padre Rocco, pensionato, ex dipendente dell’Eni, nè la madre, Maria Pizzardo, casalinga vogliono parlare con i cronisti che attendono in strada. In casa hanno ricevuto la visita di ufficiali dell’esercito e dei carabinieri che li hanno informati dell’agguato e delle condizioni della bersagliera.

 

ORE 21,03 – “Non ce lo meritavamo”. Sono queste  le poche parole pronunciate da Antonio Silvestri, padre del sergente Michele ucciso oggi in Afghanistan. Antonio, che lavora come impiegato comunale, era in casa quando sono arrivati i militari per comunicare la tragica notizia. Il sergente Silvestri viveva con la moglie e il figlioletto di 8 anni in via Cappella 135 a Monte di Procida. Nello stesso edificio, ma in una scala attigua, vivono il padre del sottufficiale, Antonio, la madre Teresa Palma Esposito, giunta poco dopo l’arrivo dei militari in via Cappella. Con loro vive anche un altro figlio, Fortunato, impiegato in un supermercato. La sorella Anna, madre di una bimba vive con il marito poco distante da via Cappella.

 

ORE 20,30 – Il sergente Silvestri aveva cominciato da pochi giorni la sua sesta missione militare all’estero. Il suo primo impegno oltreconfine era stato in Kosovo, successivamente era stato in Iraq e più volte in Afghanistan.

 

ORE 20,17 –  Una folla di parenti e amici si trovano nell’abitazione di Michele Silvestri a Monte Procida per esprimere il loro cordoglio ai familiari del militare ucciso in Afghanistan. Silvestri si era arruolato dal 1997, in forza al 21.mo Genio Guastatori della Brigata Garibaldi, ed era in missione da appena una decina di giorni. La notizia della morte è stata portata dal tenente colonnello Gaetano D’Agostino, comandante del distaccamento del 21.mo Genio guastatori di Caserta.

 

ORE 19,34 – Tre dei cinque feriti sono del 1º Reggimento bersaglieri  di stanza a Cosenza e fa parte della Brigata bersaglieri “Garibaldi”. Si tratta di De Luca Salvatore, definito dall’esercito come ferito di grado “medio”. Gli altri due sempre di Cosenza sono Monica Graziano Contraffatto e Nicola Storniolo di Nicotera. Quest’ultimi verserebbero in gravi condizioni. Degli altri due militari feriti non si ha notizie al momento.

 

ORE 19,30Michele Silvestri, il militari ucciso oggi in Afghanistan aceva parte del 21/o Genio Guastatori di Caserta, inquadrato nella Brigata Garibaldi dei Bersaglieri, ed era giunto in Afghanistan lo scorso 14 marzo. Il loro ritorno in patria era previsto tra sei mesi. Il sergente Silvestri era sposato con Nunzia Carannante.

 

La coppia aveva un figlio di otto anni ed era di Monte di Procida (Napoli). Il Genio Guastatori è impegnato normalmente nelle operazioni di «peacekeeping» che prevedono l’impegno dei militari nella ricostruzione di scuole, strade e ponti, in quella che in gergo viene definita cooperazione civile-militare. Il padre, Antonio, e la madre, Teresa Palma Esposito stanno ricevendo le visite dei vicini di casa che hanno appreso da poco la triste notizia. Michele Silvestri ha anche un fratello, Fortunato, e una sorella, Anna, che ha partorito da poco un bambino.

 

ORE 19,17 – Con il sergente Michele Silvestri, caduto oggi in Gulistan, sale a 50 il numero dei militari italiani morti dall’inizio della missione Isaf in Afghanistan, nel 2004. Di questi, la maggioranza è rimasta vittima di attentati e scontri a fuoco, altri invece sono morti in incidenti, alcuni per malore ed uno si è suicidato.

 

ORE 19,13 – Il comandante del distaccamento del 21/o Genio Guastatori di Caserta, tenente colonnello Roberto D’Agostino, si è recato con alcuni suoi stretti collaboratori a Monte di Procida nell’abitazione dei genitori del Sergente Silvestri, caduto oggi in Afghanistan. Nell’abitazione si trova anche la moglie della vittima. Attivato anche, in collaborazione con il comando militare Esercito Campania, il nucleo di supporto psicologico alle famiglie e altro personale per l’immediato sostegno morale.

 

ORE 19,06 – Si chiamava Michele Silvestri, aveva 33 anni e abitava a Monte di Procida il sergente del 21/o Genio Guastatori di Caserta. Era spostato e aveva un bambino piccolo.

 

ORE 19,04 – Continuano i messaggi di cordoglio alla famiglia del soldato ucciso e parole d’incoraggiamento ai militari rimasti feriti, due dei quali versano in gravissime condizioni. Nel frattempo le reazioni politiche si susseguono tra favorevoli e contrari al prosieguo della missione Isaf. Idv e Fds chiedono rimangono dell’opinione che i militari vadano ritirati immediatamente. Il Pd chiede che il  governo riferisca urgentemente in Parlamento. I partiti di centro destra – come hanno sempre sostenuto –  sono sulla stessa linea e non smuovono nessuna critica sulla presenza dei nostri militari che hanno sempre definito “impegnati fino al sacrificio estremo della vita per gli ideali di pace, giustizia e democrazia.

 

ORE 18,36 – Si apprende che la condizione di due dei cinque militari rimasti feriti sarebbero critiche. Tutti sono stati ricoverati nell’ospedale militare da campo americano a Delaram.

 

ORE 18,11 – Dalla relazione dei servizi segreti consegnata al Parlamento emerge una minaccia costante per i nostri militari presenti nel territorio afghano. Si evidenziano “elementi di criticità del 2011 sembrano destinati a perdurare nel breve-medio termine”.  L’Afghanistan, si legge ancora nella Relazione, «sembra destinato a essere ancora teatro di offensive da parte dell’insorgenza: questa situazione continua a mettere a rischio di azioni ostili il personale straniero, militare e civile, operante a vario titolo sul territorio, incluso il contingente italiano».

 

ORE 18,08 – Il distretto del Gulistan, nella provincia di Farah, a ridosso del profondo sud ‘talebanò dell’Afghanistan, si conferma una delle aree più calde tra quelle affidate alla responsabilità dei militari italiani: l’attacco di oggi all’avamposto ‘Icè, che ha provocato la morte di un militare e il ferimento di altri cinque, è solo l’ultimo di una lunga serie. Decine gli attacchi e gli attentati subiti.

 

ORE 18,04 – Appartengono al primo Reggimento bersaglieri di Cosenza tre dei cinque militari rimasti feriti nell’attacco avvenuto in Afghanistan. Lo si è appreso da fonti del reggimento bersaglieri di Cosenza. I tre militari, secondo quando si è appreso  non sono in «imminente pericolo di vita». Sul luogo di origine dei tre feriti le autorità militari non hanno voluto fornire informazioni.

 

ORE 17,55 – Mentre si moltiplicano i messaggi di cordoglio le notizie dal fronte afghano arrivano centellinate. C’è molta preoccupazione per il militare caduto e apprensione per i cinque militari rimasti feriti di cui non si conosce con esattezza il loro stato di salute. Per ora nessun nome dei soldati colpiti è stato reso noto.

 

ORE 17,39 – Non è stato ancora diffuso il nominatico del militare italiano colpito durante un attacco di mortaio. Probabilmente il militare apparteneva al corpo dei bersaglieri reparto 1mo reggimento della Brigata Garibaldi che ha sede a Cosenza.

 

ORE 17,38 – Con la morte del militare italiano in conseguenza di un attacco di mortaio contro la base Ice nel Gulistan sale a 50 il numero degli italiani deceduti nel corso della missione multinazionale Isaf in Afghanistan. Il 20 febbraio scorso a perdere la vita erano stati il caporal maggiore capo Francesco Currò, l primo caporal maggiore Francesco Paolo Messineo e il primo caporal maggiore Luca Valente, in seguito ad un incidente stradale avvenuto a circa 20 Km a sud-ovest di Shindand.

 

ROMA – Una base del contingente italiano in Afghanistan è stata attaccata da miliziani armati nel Gulistan. In base alla prime notizie, un militare italiano sarebbe rimasto ucciso e altri cinque sono rimasti feriti. L’attacco, a colpi di mortaio, è stato sferrato contro una base operativa avanzata nel settore sudorientale dell’ area sotto responsabilità italiana. I feriti sono stati trasferiti in ospedale a bordo di elicotteri. Ancora non si hanno notizie sulle generalità del militare colpito a morte.

L’attacco, sottolinea lo Stato Maggiore della Difesa, è stato condotto «con colpi di mortaio» alle ore 18 locali (in Italia 14.30), contro la Fob (Forward Operative Base) ‘Icè in Gulistan, nel settore Sud-Est dell’area di responsabilità italiana, assegnata alla Task Force South-East, su base del 1° Reggimento Bersaglieri. Il personale ferito «è stato subito soccorso e trasferito in elicottero all’ospedale militare da campo della Coalizione più vicino. Sono in corso le azioni -viene precisato- per informare i familiari dell’accaduto».

L’avamposto ‘Icè, secondo quanto si è appreso, era stato preso di mira anche stamattina, sempre a colpi di mortaio, che però erano finiti fuori dal perimetro della base. Nel primo pomeriggio l’attacco è stato ripetuto e, stavolta, alcune bombe sono andate a segno. Dopo il secondo attacco, sempre secondo quanto è stato possibile apprendere, si sono alzati in volo degli elicotteri d’attacco Mangusta che hanno «neutralizzato» le postazioni nemiche.

 

Il contingente italiano
Sono 4.200 i militari italiani che, prendono parte alla missione multinazionale Isaf in Afghanistan. Il Contingente italiano di stanza a Herat è dal 29 settembre scorso al comando del Generale di Brigata Luciano Portolano, comandante della Brigata «Sassari». Il Regional Command West (Rc-W), la zona sotto la responsabilità italiana, è un’ampia regione dell’Afghanistan occidentale, grande quanto il Nord Italia, che si estende sulle quattro province di Herat, Badghis, Ghowr e Farah. La missione Isaf ha il compito di condurre operazioni militari in Afghanistan secondo il mandato ricevuto, in cooperazione e coordinazione con le Forze di Sicurezza afghane e con le forze della coalizione, per assistere il governo afghano nel mantenimento della sicurezza, favorire lo sviluppo delle strutture di governo, estendere il controllo del governo su tutto il Paese ed assistere gli sforzi umanitari e di ricostruzione.  

{gallery}HERAT{/gallery}

 

Reazioni


Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, «appresa con profonda commozione la notizia del grave attentato in Afghanistan, in cui ha perso la vita un militare italiano e altri cinque sono rimasti feriti mentre assolvevano con onore il proprio compito nell’ambito della missione Isaf, esprime i suoi sentimenti di solidale partecipazione al dolore dei familiari del caduto, rendendosi interprete del profondo cordoglio del Paese». Lo si legge in un comunicato del Quirinale.

 

Il presidente del Consiglio Mario Monti esprime profondo cordoglio per la morte di un militare italiano avvenuta oggi in Afghanistan e auspica la pronta guarigione dei cinque militari rimasti feriti nell’attacco. È vicino con partecipe solidarietà alla famiglia della vittima e a quelle dei feriti. Ne dà notizia un comunicato.

 

Appresa la notizia  il presidente del Senato, Renato Schifani, invia alla famiglia del caduto le più sincere condoglianze e la sua più profonda vicinanza. Il presidente del Senato invia inoltre ai soldati rimasti feriti gli auguri di una rapida e completa guarigione. «L’Italia continua a pagare purtroppo un altissimo prezzo di sangue -ha dichiarato il presidente Schifani- e questo ci addolora profondamente. La missione italiana in Afghanistan continua comunque a essere decisiva per la tutela della libertà, della sicurezza e della pace».

 

«Esprimiamo grande cordoglio e vicinanza alle famiglie per la morte del nostro militare e per il ferimento dei suoi 5 compagni nell’attacco di oggi contro il nostro contingente in Afghanistan. Chiediamo al governo di riferire quanto prima le circostanze in cui si è verificata questa tragedia». Lo afferma in una nota Emanuele Fiano Responsabile Pd Forum Sicurezza.

 

Durissima la reazione di Antonio Di Pietro: “L’Italia dei Valori esprime profondo cordoglio per la morte del soldato italiano in Afghanistan e si unisce al dolore dei famigliari e dei colleghi. Ci auguriamo che i cinque connazionali, rimasti feriti durante l’attacco alla base italiana, possano tornare presto a casa. Chiediamo al governo di venire subito in Aula a riferire”.  “Non ci vengano a dire che quando ci scappa il morto bisogna stare in silenzio, – aggiunge l’ex magistrato di Mani pulite – mettiamo fine a questa ipocrisia. L’Idv ha sempre chiesto, e oggi lo ribadisce a gran voce, che si ponga fine a tale martirio. Siamo in guerra, una guerra che non ci appartiene, vietata dalla Costituzione italiana. Più passa il tempo e più la popolazione afghana ci odia. Siamo in quei territori non in missione di pace, ma in guerra. È questa la verità. Una volta per tutte: basta con questa violenza e si ritiri immediatamente il nostro contingente”.

 

“Il governo ritiri subito i nostri militari dall’Afghanistan. Siamo ormai a 50 morti dall’inizio della guerra, nel 2004, tra le fila dei militari italiani. È inaccettabile la nostra presenza in una missione che è d’occupazione, che miete continuamente vittime tra i civili e tra i militari. Esprimo le mie condoglianze alla famiglia del militare ucciso e mi auguro che i feriti possano guarire e riprendersi presto». Lo sottolinea Paolo Ferrero, segretario nazionale di Rifondazione comunista.

 

Gravissimo attentato contro il nostro contingente militare in una situazione sempre più deteriorata che vede addirittura attacchi in pieno giorno da parte di terroristi sempre meglio organizzati. Un quadro sempre più cupo e con il timore di ulteriori attentati verso tutti i contingenti presenti nell’area, purtroppo comprovato dalla morte del nostro militare e dai feriti che hanno pagato il folle gesto compiuto contro civili afgani da parte del marine americano. È sempre più evidente che il sostanziale fallimento del quadro politico e soprattutto le trattative con i Talebani indichino una rapida revisione collettiva degli sforzi militari nel paese». Lo dice Margherita Boniver, deputato del Pdl e presidente del Comitato Schengen.

 

«Esprimo cordoglio e grande dolore per l’attacco contro il nostro contingente in Afghanistan nel quale ha perso la vita un nostro militare e cinque suoi compagni sono rimasti feriti. In attesa di avere maggiori notizie sulle circostanze di questa tragedia desidero esprimere a nome mio e del Pd vicinanza alle famiglie». Lo afferma il segretario del Pd Pier Luigi Bersani.

 

«Esprimo anche a nome dell’assemblea nazionale del Pd profondo cordoglio per la morte del nostro militare in Afghanistan e la commossa partecipazione al dolore dei familiari. E ai soldati feriti nell’attentato gli auguri di pronta guarigione. Siamo vicini al nostro contingente impegnato in una difficile missione internazionale. Il governo riferisca al più presto sulla dinamica dell’attentato e sulla complessiva situazione in Afghanistan». Lo scrive Rosy Bindi Presidente Pd e vicepresidente Camera.

 

«Il presidente della Camera dei Deputati, Gianfranco Fini, esprime il suo profondo dolore, e quello dell’Assemblea, alla notizia del proditorio attacco in Afghanistan nel quale ha perso la vita un militare italiano, e invia alla famiglia del caduto sentimenti di commosso cordoglio». È quanto si legge in una nota dell’ufficio stampa della Camera. «Il presidente Fini – si aggiunge – formula altresì l’auspicio di un rapido ristabilimento degli altri soldati rimasti feriti sottolineando la necessità di assicurare alle nostre forze armate, impegnate in un territorio difficile e pericoloso, un sostegno costante. Le nostre forze armate e quelle dei Paesi alleati sono impegnate a sostenere il governo afghano nella difficile opera di costruzione di un Paese libero e democratico».

 

«La notizia che l’impegno italiano per la pace sia segnato dalla morte di un altro nostro militare provoca grande dolore e commozione. Il nostro Paese e le forze armate pagano purtroppo ancora una vita all’impegno per la stabilizzazione internazionale». Lo afferma Anna Finocchiaro a nome delle senatrici e dei senatori del gruppo Pd. «Esprimiamo il nostro cordoglio alla famiglia del soldato ucciso e vicinanza ai suoi colleghi feriti, rinnovando il profondo rispetto per il delicato ruolo svolto dal nostro contingente all’interno della missione Isaf. Penso che sia necessario e urgente che il governo riferisca al più presto in Parlamento».

 

«L’Afghanistan ormai è diventato il Vietnam italiano». Lo dichiara il presidente nazionale dei Verdi, Angelo Bonelli, che aggiunge: «In questo momento di immenso dolore siamo vicini ai familiari del militare ucciso e a quelli che sono rimasti firiti ma a questo punto è venuto il momento che il Governo spiegi al Paese prim’ancora che al Parlamento che cosa vuole fare e come intende uscire da un conflitto che appare senza uscita». «L’Italia continua a stare in quel paese senza alcuna strategia politica: oggi non è chiaro, come non lo era ieri, quali siano gli obiettivi della nostra presenza in Afghanistan – conclude Bonelli -. Per questo è urgentissimo che si apra una immediata discussione in Parlamento sulla nostra presenza in Afghanistan e sul ritiro dei militari italiani che non possono continuare a restare in una guerra che ormai è diventata infinita e che continua a fare vittime fra i nostri militari e fra la popolazione civile».

Condividi sui social

Articoli correlati

Università

Poesia

Note fuori le righe