Windjet. Tasporto aereo senza regole. A rischio il 50% delle compagnie italiane

La compagnia siciliana non deve chiudere. L’appello di Crocetta

ROMA – “Temo che tra settembre e marzo saremo di fronte ad una criticità e una possibilità di fallimento di almeno 50% delle aziende del trasporto aereo”. E’ questo l’allarme lanciato da  Mauro Rossi, segretario Filt Cgil che ieir  ha partecipato al vertice sul caso del fallimento  Windjet.

“È stato un incontro – racconta Rossi – dove è emerso con chiarezza che in questo settore c’è bisogno di regole sia per i passeggeri che per i lavoratori e gli operatori. Il governo mi
sembra impreparato ma diciamo che questo gap riguarda anche quelli precedenti, altrimenti non ci troveremmo in queste condizioni. Windjet rappresenta la punta di un iceberg. È
una situazione vicino al tracollo che riguarda tutto il settore del trasporto aereo – ha aggiunto -. C’è bisogno di iniziative immediate governative e legislative. Siamo in estremo ritardo, forse ancora in tempo ma c’è bisogno di fatti concreti”.

“L’Italia ha affrontato il tema delle liberalizzazioni in modo assolutamente anomalo come in nessun altra parte d’Europa – ha aggiunto il sindacalista – In Italia le compagnie nascono e falliscono con una sequenza davvero drammatica. Ci vogliono delle regole che non abbiamo assunto in questo Paese. Il mercato non si autoregola da solo”.

“Ieri sul tavolo abbiamo messo due richieste. Entro il 24 agosto vogliamo capire sul caso Windjet che cosa è in grado di fare l’azienda e il Ministero dello Sviluppo Economico. Il 25  c’è un’assemblea a Catania e valuteremo i risultati di questa settimana di lavoro. Entro settembre inoltre – conclude Rossi – vogliamo l’insediamento di un tavolo permanente sul trasporto italiano a cura del Ministero dei Trasporti e Infrastrutture e dello Sviluppo Economico con iniziative concrete. Su questo siamo pronti alla mobilitazione nazionale”.

Insomma il sindacalista non usa mezzi termini e fa capire inequivocabilmente che il settore del trasporto aereo italiano versa in una situazione senza regole. Una vera e propria jungla.

Windjet non deve chiudere. L’appello di Crocetta

Nel frattempo sul caso WindJet è intervenuto Rosario Crocetta.  “La chiusura della Wind Jet – precisa l’eurodeputato del Partito democratico – , che lascia sul lastrico centinaia  di lavoratori, è l’ennesimo attentato alla Sicilia e ai siciliani che si consuma nel disinteresse generale delle istituzioni che contano, dal governo regionale al governo nazionale”. 

“E’ giusto ricordare che in altri casi, quando si è trattato dell’Alitalia, – aggiunge il candidato  alla presidenza della regione Sicilia – è scattata immediatamente la solidarietà nonostante per mesi e mesi tale azienda non ha fatto altro che accumulare perdite. La Wind Jet è una compagnia di bandiera siciliana, che può avere un suo mercato e va fatto ogni tentativo utile per mantenere in piedi l’azienda e per non privare la Sicilia di una compagnia low cost estremamente utile, non solo per attirare turismo, ma anche per dare la possibilità ai siciliani di viaggiare a costi accettabili. Mi appello al Presidente del Consiglio e al Presidente della regione affinché si adoperino immediatamente, per convocare un tavolo di “regia” che non consenta il compimento di un altro delitto ai danni della Sicilia, come è avvenuto invece in questi ultimi mesi nei confronti di importanti poli industriali come quello di Termini Imerese. Bisogna trovare gli strumenti più idonei, – conclude Crocetta – per consentire a Wind Jet di viaggiare”.

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