Wikileaks. Assange parla dal balcone. GUARDA LA DIRETTA STREAMING

LONDRA – Non c’è pace per Julian Assange, temuto dai potenti per le sue rivelazioni.  Oggi, dopo 2 mesi, ha deciso assieme al suo avvocato Baltasar Garzon di parlare pubblicamente dall’ambasciata dell’Ecuador a Londra. Lo farà dal balcone o dall’uscio della porte dell’edificio visto che non può superare il perimetro della sede diplomatica altrimenti scatterebbero le manette della polizia britannica.

Julian Assange potrebbe accettare l’estradizione in Svezia, dove è accusato di reati sessuali, e lasciare quindi l’ambasciata ecuadoriana a Londra, dietro garanzia che Stoccolma non lo estradi mai negli Usa, dove rischierebbe la pena di morte per le pubblicazioni di Wikileaks. Si può leggere così la richiesta avanzata dal portale, di cui l’australiano è co-fondatore, alle autorità svedesi. Wikileaks ha chiesto alla Svezia di garantire di non estradare Julian Assange negli Usa. «Sarebbe una buona base di negoziato per mettere fine a questa vicenda, se le autorità svedesi dichiarassero senza alcuna riserva che Julian non sarà mai estradato dalla Svezia negli Usa», ha commentato il portavoce del portale Kristinn Hrafnsson.

L’Ecuador, dal canto suo,  si è detto aperto al dialogo con la Gran Bretagna per risolvere la crisi diplomatica, ma Londra deve ritirare la minaccia di fare irruzione nell’ambasciata di Quito, dove è rifugiato il fondatore di Wikileaks. «Abbiamo dialogato per due mesi, e la risposta finale è stata una minaccia. Aspettiamo che sia ritirata e torneremo a dialogare senza alcun problema», ha spiegato il ministro degli Esteri Ricardo Patino, spiegando che il negoziato non riguarda la decisione sull’asilo politico, ma la possibilità di «ottenere una dichiarazione di garanzia per la vita di Assange e che non venga estradato in un altro Paese».

Nel frattempo l’Ecuador ha ricevuto un convinto sostegno dai paesi dell’Alleanza bolivariana per le Americhe (ALBA) nel giorno in cui Julian Assange dovrebbe fare la sua
prima apparizione pubblica da quando si è rifugiato nella sede diplomatica dell’Ecuador a Londra, il 19 giugno scorso.

I ministri degli Esteri del blocco ALBA (Venezuela, Cuba e Nicaragua) hanno lanciato un avvertimento al governo britannico di non tentare un’azione di forza contro la sede dell’ambasciata ecuadoriana a Londra per arrestare il fondatore di Wikileaks, poiché un simile fatto «avrebbe gravi conseguenze nel mondo intero».

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