MeridianaFly. Comandante reintegrato. Il giudice dichiara illegittimo il licenziamento

Intervista all’avvocato Alessandro Meloni

ROMA – Torna a pilotare gli aerei di MeridianaFly il comandante licenziato per aver espresso, su alcuni blog di settore, contrarietà alla firma di un accordo siglato tra alcune organizzazioni sindacali e l’azienda.
Il tribunale di Busto Arsizio ha reintegrato sul posto di lavoro il cpt Carlo Fiorillo, 26 anni di lavoro all’attivo, licenziato in tronco dalla compagnia MeridianaFly.
Il Giudice ha dichiarato l’illegittimità del licenziamento, ordinando alla compagnia, oltre alle spese legali,  il reintegro immediato del lavoratore e la condanna al pagamento di tutte le mensilità di stipendio arretrate.

Il pilota, è stato difeso dall’avvocato Alessandro Meloni, specializzato in diritto del lavoro, diritto sindacale e relazioni industriali, al quale abbiamo chiesto di commentare il dispositivo.  Una sentenza che riteniamo rilevante, sia per le motivazioni del licenziamento , sia per la risposta giudiziale che stabilisce l’impossibilità di un azienda a licenziare chi esprime la propria liberta di pensiero.

D: Avvocato Meloni, quello del comandante Fiorillo è certamente un caso emblematico, risolto positivamente. Ci arrivano, segnalazioni da parte dei lavoratori che lamentano una situazione interna alla compagnia piuttosto delicata.

A: In questo momento in Meridiana assistiamo ad un anomalia data dall’utilizzo del potere disciplinare usato in maniera avulsa da quello che sarebbe il criterio legale, infatti l’azienda sta  sospendeno una serie di lavoratori su segnalazioni, che spesso si riscoprono infondate.

D: Abbiamo letto su alcune testate giornalistiche l’annullamento di procedimenti disciplinari relativi alcune assistenti di volo, accusate durante una sosta in Arabia saudita, di aver riso e cantato sul pulmino durante un trasferimento dall’aeroporto all’ Hotel di Jeddah.

A: Bisogna tener presente che la sospensione cautelativa è utilizzata in casi gravissimi , nei quali non  è possibile attendere i termini del procedimento disciplinare poiché la prosecuzione dell’attività potrebbe causare danni irreparabili. Chiaramente non sono questi i casi.  
In periodi di forte tensione, dove si tenta di demolire i contratti preesistenti,  i provvedimenti disciplinari possono essere utilizzati come strumento per infondere paura e bloccare le legittime opposizioni. Quella di Fiorillo era a tutti gli effetti un’ opposizione in questo senso, poiché il comandante era un leader sindacale.

D: Chiaramente la questione apre un tema di riflessione anche sulla democrazia sindacale all’interno delle aziende, poiché se un esponente sindacale non è nel diritto di esprimere opposizione alle posizioni aziendali, il problema va oltre il danno oggettivo all’individuo.

A: Attendiamo la pubblicazione della sentenza in cui se verificherà la liceità di acquisizione di quella che era una conversazione privata, appartenete ad una mailing list. Ricordiamo che l’articolo 21 della costituzione tutela la liberta di manifestare il proprio pensiero e  l’ articolo 39 tutela la libertà sindacale. Se il datore di lavoro si appropria di mail di un esponente sindacale e le utilizza per licenziare il rappresentante sindacale,  c’è davvero un problema serio circa la libertà di espressione del pensiero e la libertà dell’attività sindacale.
Non dimentichiamoci che un rappresentante sindacale dalla cassazione è considerato nell’espressione del diritto di critica pari al datore di lavoro. E’ un subordinato dal punto di vista lavorativo, ma dal momento in cui fa una critica dal punto di vista sindacale, è considerato alla pari al datore di lavoro. Proprio al fine di garantire una sua non soggezione e un’espressione di quella che è una corretta attività sindacale.

D: Per tornare alla sentenza, si apre quindi una speranza per tutti i lavoratori visto che nonostante, il tentativo di smantellamento sulle tutele del lavoro, la giustizia comunque fa il suo corso.

Dalla mia esperienza posso affermare che la giustizia ha sempre prevalso ed anche in modo veloce.
Chiaramente le campagne d’informazione sulla modifica del lavoro fanno paura ai lavoratori. Tuttavia ancora oggi i casi di licenziamento, pretestuoso o discriminatorio, con motivazioni illegittime, vengono comunque cassati dal giudice.

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