Terracina. Caccia ai sicari del boss. Nel Lazio è emergenza criminalità organizzata

TERRACINA (LATINA) – Sono ancora scioccati i cittadini di Terracina, che ieri è tornata alle cronache per l’omicidio del boss Gaetano Marino, 48 anni,  freddato da dieci colpi d’arma da fuoco sparati da un sicario che poi si è dileguato con il suo complice a bordo di una Fiat unto grigia.

La vittima, esponente di spicco degli Scissionisti che si trovava in vacanza con la famiglia, è stato attirato in una trappola e poi ucciso a bruciapelo. Uno dei killer è sceso dall’auto, si è avvicinato al boss e ha sparato. Poi è risalito e l’utilitaria è fuggita a tutta velocità.

Ora è caccia ai killer. Le indagini condotte dalla Squadra mobile di Latina e dal commissariato di Terracina e coordinate dal sostituto procuratore Eleonora Tortora partiranno proprio da questi elementi in un territorio, quello del basso Lazio, dove da parecchio tempo la criminalità organizzata ha puntato gli occhi e soprattutto gli affari.

Insomma il fenomeno criminale ritorna a fare cronaca e non solo. Lo scorso luglio se n’era parlato approfonditamente agli Stati generali della legalità  a Palazzo Valentini, sede della provincia di Roma, durante il quale la Cgil lanciò un allrame ben preciso.
 “C’é una stretta connessione tra la crisi economica e il dilagare della criminalità. Nel Lazio siamo passati dall’infiltrazione delle mafie al radicamento”, avvertì il segretario della Cgil Roma-Lazio,
Claudio Di Berardino.
“La stragrande maggioranza delle infiltrazioni della criminalità avviene nel tessuto economico-commerciale ed è legata in maniera stretta alla crisi che stiamo vivendo.
Infatti il Lazio detiene un triste primato, E’ al 6° posto per infiltrazioni mafiose dopo le regioni del sud e la Lombardia. Nell’ultimo anno solo a Roma si sono registrate decine di omicidi legati alla criminalità alle quali si aggiungono i reati di ecomafia denunciati da Legambiente. Inoltre le organizzazioni si stanno estendendo anche nella sanità privata senza parlare del fenomeno dell’usura che con la crisi si è addirittura accentuata.

E poi: “Riciclaggio, bancarotta, usura – sempre l’esponente sindacale – sono alla base dell’economia criminale. Nel Lazio mafia, camorra e ‘ndrangheta acquisiscono beni immobili, attivita’ commerciali e gestiscono il traffico della droga, il caporalato e il lavoro nero”. “Per questo – consigliò Di Berardino –
bisogna diffondere la cultura della legalità, difendendo soprattutto l’autonomia della magistratura. Servono le buone pratiche amministrative e il recupero delle periferie estendendo la sorveglianza e i presidi delle forze dell’ordine”.

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