Camusso, detassare le tredicesime. Draghi cerca un compromesso sui titoli di stato

ROMA – Nel campo delle misure da intraprendere per riportare un po’ di crescita nell’asfittico Pil di casa nostra la Cgil ha lanciato un’idea che, di questi tempi, suona come rivoluzionaria.

Detassare le prossime tredicesime di lavoratori e pensionati per dare un “segnale di discontinuità” per “dare un po’ di soldi ai lavoratori” e, soprattutto, per rilanciare consumi e crescita.Per finanziare questa operazione la Camusso consiglia di utilizzare le ingenti risorse recuperate e recuperabili dalla lotta all’evasione fiscale.
Per il segretario generale della Cgil una detassazione del genere andrebbe fatta per le tredicesime dei lavoratori fino a 150 mila euro di reddito, anche se tale limite sembra piuttosto elevato. In effetti tale operazione  porterebbe ad un aumento del reddito effettivamente disponibile per i lavoratori a partire dai redditi più bassi e con una correlata propensione marginale al consumo maggiore, causando un aumento dei consumi, e quindi del Pil, che sarebbe oro colato per i nostri conti pubblici.

La Cgil al governo. Basta con la politica degli annunci

 Rivolta  al governo Camusso, anche in vista dei prossimi incontri ha chiesto di porre fine alla politica degli annunci. Se si vuole una stagione di sviluppo ci vuole un cambio di passo ed è tornata a parlare di possibile sciopero generale,possibilmente deciso unitariamente ricordando che oil 28 ci sarà quello dei lavoratori pubblici promosso insieme alla Uil.  o ha
Ed i conti pubblici, il debito e lo spread sono sempre al centro dell’arena politico finanziaria europea in una ridda di voci dissonanti, e poche cose sanno far male alla incerta salute di borse e mercati come una tempesta di voci contrastanti in arrivo da differenti, ma in alcuni casi egualmente autorevoli, voci.
Sulle misure da prendere per fare fronte ad un livello eccessivo e, secondo molti, ingiustificato dell’ormai famigerato spread, il differenziale di rendimento che gli stati visti come meno affidabili finanziariamente devono offrire per rendere comunque appetibili le loro emissioni di titoli di stato,continuano gli interventi di ministri, capi di governo, proseguono gli incontri, i vertici, martedì Monti incontrerà Hollande.Intanto un punto fermo lo ha posto Mario  Draghi incontrando una novantina di parlamentari europei che fanno parte della Commissione  Affari economici del Parlamento europeo.

Possibili acquisti dei titoli da parte della Bce ma condizionati

Riunione a porte chiuse, ma le notizie su quanto detto dal presidente della Bce sono subito circolate. Draghi ha detto in particolare che gli acquisti di titoli di Stato con scadenze fino a tre anni”non vanno considerati come finanziamenti monetari ai Paesi”. Se tale ragionamento fosse ritenuto valido la Bce potrebbe intervenire in maniera incisiva sui mercati dei titoli di Stato e riportare verso lidi più ‘normali’ il livello degli spread. Ma ha anche fatto presente che i paesi che chiedono l’intervento della Banca centrale dovranno impegnarsi a rispettare le condizioni che verranno loro poste. Insomma le posizioni del presidente della Bce, alla vigilia del board della Banca centrale europea appaiono come un compromesso a fronte dei no secchi pronunciati dal presidente della Bundesbank che ha anche minacciato le dimissione e di ministri tedeschi in oprimo luogo quello delle Finanze. Insomma un colpo al cerchio e uno alla botte che non farà contento Monti  che dovrebbe rispondere a nuove, pesanti condizioni .

 Il governatore della Banca centrale europea ha inoltre illustrato come  l’Unione bancaria sulla quale la Commissione europea sta lavorando in queste settimane sarebbe “una tappa nella ricostruzione dell’eurozona”. Draghi avrebbe inoltre ribadito il no alla licenza bancaria per il Meccanismo europeo di stabilità (Esm)

Pittella: no a ulteriori cure di austerità

Sulle parole di Draghi il vicepresidente vicario del Parlamento europeo, Gianni Pittella ha commentato, a margine del suo intervento tenuto a Modena nel corso della Summer School ”Renzo Imbeni”, che  “servono migliori strumenti per  gestire la crisi finanziaria, l’acquisto di titoli di Stato anche a lungo termine da parte della Bce non deve esser un tabù”.

Sulle condizioni cui sarebbero soggetti i Paesi oggetto degli interventi Pittella ha poi sottolineato: “Bisogna inoltre chiarire la questione delle condizionalità cui gli Stati sarebbero sottoposti in caso di acquisti di titoli da parte della Banca centrale. I paesi che hanno già fatto i compiti a casa
non devono essere sottoposti ad ulteriori cure di austerità che ucciderebbero la ripresa economica e renderebbero più drammatica la crisi”.

Merkel attacca i mercati:non sono al servizio del popolo

 Angela Merkel  ci fornisce una chiave di lettura estremamente valida per interpretare con una certa malizia quanto sta accadendo in Europa. La Merkel si è infatti lanciata in un duro attacco ai mercati accusandoli di “non essere al servizio del popolo”  I mercati- dice- negli ultimi cinque anni, hanno infatti consentito a poca gente di arricchirsi a spese della maggioranza. Ed il medesimo discorso si può traslare anche a quanto sta avvenendo sul mercato dei titoli di Stato dove una speculazione forte ed arrogante sui titoli di stato dei paesi periferici dell’area Euro ha portato ad uno schiacciamento del rendimento dei bund tedeschi. La Germania si sta arricchendo anche grazie a rendimenti poco superiori allo zero offerti dai propri titoli di stato, rendimenti che porterebbero anche paesi visti come fragili, come l’Italia, a sperimentare enormi avanzi di amministrazione ed a ridurre in maniera sostanziale e sostanziosa il proprio stock di debito pubblico.

 

Condividi sui social

Articoli correlati