Gli studenti si mobilitano contro il numero chiuso
ROMA – Sono iniziati oggi –e proseguiranno nei prossimi giorni- i test d’accesso alle facoltà universitarie a numero chiuso. Oggi è stata la giornata di Medicina ed Odontoiatria mentre domani sarà la volta di chi vorrà tentare l’accesso al corso di laurea in Medicina e Chirurgia in inglese. Giovedì toccherà agli aspiranti architetti mentre lunedì prossimo è previsto il test per accedere a Veterinaria. Infine, l’11 settembre, si terranno gli ultimi test per l’accesso alle varie professioni sanitarie: ostetriche, infermieri, logopedisti etc. A Roma erano migliaia i ragazzi che hanno invaso i viali della Sapienza. Infatti, sono 6.833 candidati ai test d’ammissione alle Facoltà di Medicina per 997 posti disponibili, circa un posto ogni 7.
Tuttavia, i test si svolgono in un clima di scontro per via del “numero chiuso”. Infatti, sempre più pesanti sono le critiche rivolte a questa tipologia di limitazione all’accesso ai vari corsi di laurea: negli ultimi giorni, riprendendo un discorso che si protrae da anni, si è parlato molto –e male- della tipologia dei quesiti posti durante i test, spesso fuorvianti e non sempre propriamente congruenti con la materia in discussione. Quindi, le mobilitazioni di oggi dove in prima fila c’è l’Udu (l’unione degli studenti universitari), che da sempre si batte contro il numero chiuso e che stamattina ha organizzato un flash mob in tutto il Paese per manifestare il completo dissenso al sistema di sbarramento all’accesso al mondo dell’Università
“Oggi migliaia di studenti affronteranno i test d’ingresso e solo 1 su 8 potrà realizzare la propria aspirazione. Non solo non saranno liberi di poter scegliere il loro futuro, per giunta dovranno sostenere una prova che da anni si mostra fallace sia nel metodo che nei contenuti”, dichiara Michele Orezzi, coordinatore dell’Udu.
“Si tratta di un vero e proprio divieto all’accesso al sapere – aggiunge – per questo stamattina saremo presenti davanti alle aule delle università, in tutta Italia, a manifestare il nostro secco e deciso No al numero chiuso e, nello stesso tempo, a supportare gli studenti attraverso il vademecum che spiega in sintesi come si svolgerà la prova, come evitare errori nel test e cosa fare in caso di riscontrate irregolarità”.
Disagi in particolar modo nella Capitale, dove davanti all’ingresso della Facoltà di Ortopedia il sindacato universitario Link Roma ha esposto uno striscione con la scritta ‘C’è Profumo di chiuso… conTestiamoli!’. “Sono anni che la nostra organizzazione si batte contro il numero chiuso e contro tutte le forme di barriere all’accesso, che limitano il diritto degli studenti di scegliere liberamente il proprio percorso formativo. Contestiamo inoltre il metodo con cui avviene la selezione, sul quale anche gli esperti continuano ad esprimere forti critiche. Se proprio ci dev’essere una selezione, che avvenga in itinere, dopo che tutti siano stati messi nella condizione di frequentare i corsi” spiegano i ragazzi e le ragazze di Link Roma.
Sulla vicenda è intervenuta anche la Federcosumatori e L’adusbef. “E’ urgente rivedere il sistema dei test di ingresso per l’iscrizione ai corsi di laurea.” – dichiarano Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti. Da sempre siamo stati contrari a questo sistema, in quanto rappresenta un ostacolo (non sempre giustificato) all’accesso agli studi: una logica che assomiglia molto a quella degli ordini professionali, che si configurano come vere e proprie “caste”.
Addirittura questo sistema rischia di trasformarsi in un meccanismo adottato dagli atenei per fare cassa (dal momento che ogni singolo test può costare anche oltre 100 Euro). Anche laddove sia necessario predisporre il numero chiuso per motivazioni oggettive (laboratori, aule, ecc.) bisogna utilizzare questo strumento con estrema attenzione e correttezza, disponendo quesiti attinenti e criteri di valutazione equi, certi ed attendibili. Meglio ancora sarebbe svolgere un migliore orientamento, magari somministrando dei test indicativi agli studenti del 5° anno delle superiori, per aiutarli e consigliarli nella scelta della facoltà più appropriata, piuttosto che negare loro l’accesso.
Troviamo assurdo, inoltre, adottare il numero chiuso “preventivamente”: per quei corsi di laurea in cui si effettuano laboratori solo al 2° o al 3° anno, si prevedano piuttosto dei sistemi di turnazione o, al massimo, un meccanismo di “sbarramento” con dei test e delle prove strettamente attinenti al corso di laurea per l’accesso agli anni successivi, lasciando invece libera la frequenza del primo anno.
Laddove si verifichino irregolarità o “casi sospetti”, in ogni caso, le nostre Associazioni sono a disposizione degli studenti che vorranno fare ricorso per far valere il proprio diritto allo studio.