Filcams: “In difficoltà 1.200 lavoratori”
ROMA – L’amministratore di fatto della ‘Tributi Italia spà, società concessionaria per la riscossione dei tributi in oltre 400 comuni, è stato arrestato dalla Guardia di Finanza che ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal tribunale di Chiavari.
Le accuse nei confronti di Giuseppe Saggese sono peculato, dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti, omesso versamento di ritenute certificate e omesso versamento Iva.
L’azienda, una volta introitate le somme provenienti dalla riscossione tributaria, anzichè riversarle agli enti a cui spettavano, al netto dell’aggio di sua competenza, le tratteneva sui propri conti correnti, appropriandosene indebitamente. I fondi, poi, attraverso rapporti, privi di effettive ragioni economiche con altre società, riconducibili all’amministratore di fatto dell’impresa di riscossione, vero «dominus» ed artefice di tutta l’operatività aziendale, venivano distratte a beneficio di quest’ultimo; operazioni con «imprese collegate», spesso documentate come consulenze o piani di riorganizzazione aziendale ed operazioni societarie di natura straordinaria, come aumenti di capitale e costituzione di nuove società, risultate funzionali, anche queste, a distrarre ingenti somme.
L’impresa di riscossione, a causa delle numerose denunce presentate nei suoi da parte di vari Comuni vittime delle sottrazioni e che gli avevano anche revocato le concessioni per l’esazione tributaria, è entrata in stato d’insolvenza, venendo, conseguentemente, dichiarata fallita dal Tribunale di Roma.
Le attività d’indagine hanno consentito di comprovare, in modo certo, l’avvenuta appropriazione di fondi per un ammontare di circa 20 milioni di euro; i soggetti indagati, in tutto 9, cioè quelli sottoposti alle misure cautelari, più altri 4 perseguiti «a piede libero», sono accusati, dall’A.G. chiavarese, di peculato e reati fiscali.
Il «dominus» della maxi frode non ha badato a spese, con prelievi giornalieri dai conti della società anche di 10.000 euro in denaro contante, autovetture di lusso, yacht ed aerei privati, soggiorni in località prestigiose, feste mondane e concerti di musica. Molti dei circa 1000 dipendenti di Tributi Italia spa sono stati licenziati, molti altri sono in cassa integrazione, mentre alcuni comuni sono arrivati sull’orlo del dissesto finanziario.
Oltre a Tributi Italia spa, gli inquirenti hanno effettuato verifiche anche sulle società Istituto Finanziario Europeo Srl, Immobiliare Tributi Italia spa, Fin.sag srl.
Il grave indebitamento ha messo in difficoltà più di 1200 lavoratori
“È il triste epilogo di una lunga controversia che ha visto più di 1200 lavoratrici e lavoratori coinvolti in una vicenda di mala gestione” è il commento alla notizia dell’arresto dell’amministratore di Tributi Italia di Franco Martini segretario generale della Filcams, categoria della Cgil che da oltre tre anni sta seguendo la vertenza della società concessionaria per la riscossione dei tributi in oltre 400 comuni.
La sottrazione indebita di milioni di euro non versati ai comuni, un grave indebitamento e la mancata corresponsione della retribuzione per svariati mesi ad oltre 1200 lavoratori, hanno portato la società ad un regime di amministrazione straordinaria.
Chi ha fatto le spese della condotta illegale degli ex amministratori, come spesso accade in situazioni di questo genere, sono stati i lavoratori: diverse, dal 2010 ad oggi, le procedure di licenziamento collettivo avviate dall’azienda ed oltre 400 dipendenti in cassa integrazione da tre anni, con grave disagio per oltre 1000 famiglie.
“La notizia di oggi, conferma la cattiva e irresponsabile gestione del servizio, che ha portato alla crisi aziendale, e lasciato in difficoltà molti lavoratori” prosegue Martini. “Questo, come gli scandali politici emersi negli ultimi giorni, devono portare ad una riflessione e ad un cambio di rotta: gli interessi e i profitti personali non possono prevalere sugli impegni presi davanti all’elettorato e ai cittadini o rispetto alle funzioni assegnate dalle istituzioni. Dobbiamo impegnarci tutti a combattere ogni forma di illegalità” conclude il segretario.