Legittimo impedimento: al via la discussione presso la Corte Costituzionale

ROMA – A palazzo dei Marescialli i giudici dovranno pronunciarsi sulla costituzionalità del legittimo impedimento, la norma che blocca i processi al Presidente del Consiglio ed eventualmente ai membri del Governo. I bookmakers sicuri: la legge sarà dichiarata incostituzionale.

ROMA – Solo giovedì i giudici della Corte Costituzionale si riuniranno in camera di consiglio per deliberare la costituzionalità del legittimo impedimento. È questo l’esito della prima udienza svoltasi oggi a palazzo dei Marescialli durante la quale le parti hanno esplicato le proprie ragioni. La Consulta è chiamata a deliberare per via del ricorso presentato dai giudici del tribunale di Milano, bloccati dalla richiesta di legittimo impedimento presentata da Silvio Berlusconi.
Non c’è dubbio che questa sentenza rappresenti un vero e proprio snodo della vita politica italiana. Se Berlusconi dovesse riuscire ad ottenere un pronunciamento a suo favore potrebbe mettere da parte i procedimenti ai suoi danni; viceversa se la Corte dovesse bocciare il legittimo impedimento la stessa stabilità dell’Esecutivo verrebbe messa a dura prova.

La cronaca odierna
Sotto la presidenza di Ugo De Siervo, eletto alla fine del 2010, il primo a intervenire è stato il giudice relatore Sabino Cassese. «La valutazione relativa all’ambito del legittimo impedimento e ai poteri di controllo del giudice sono i due temi che si pongono in discussione», ha detto il giudice costituzionale, sottolineando come posto che «la legge conserva in capo al giudice il potere di accertare e di controllare la veridicità del legittimo impedimento eventualmente posto dal membro di governo, resta da stabilire se la norma indica i fatti in modo specifico o generico, se residuano poteri di controllo da parte del giudice e se questi vanno esercitati sulla sussistenza e sulla concomitanza dell’impedimento posto con l’udienza processuale».

Successivamente hanno svolto i propri interventi gli avvocati Niccolò Ghedini e Piero Longo in difesa della costituzionalità della legge approvata in Parlamento il 7 aprile 2010. «La norma sul legittimo impedimento si limita a tipicizzare l’impedimento dei membri del governo, del quale il giudice deve tener conto, senza per questo precluderne le facoltà di accertamento e di apprezzamento delle ragioni concrete». Attorno a questo punto ruota la difesa dell’avvocato Ghedini, che ricorda che «una leale collaborazione istituzionale è stata offerta per consentire la celebrazione delle udienze. Quanto al principio della speditezza dei processi, non può non essere collegato con quella che è la realtà processuale del nostro Paese, dove il rinvio anche per qualche mese delle udienze è sempre del tutto fisiologico, senza necessità di ricorrere a legittimi impedimenti. Del resto, i tempi ragionevoli del processo e la sua speditezza sono sempre altamente opinabili».

Michele Di Pace e Maurizio Borgo hanno esposto la posizione dell’Avvocatura dello Stato. «La natura della legge sul legittimo impedimento non è volta a creare una immunità ma a tutelare il diritto alla difesa dell’imputato, membro del governo, qualora non sia presente all’udienza per impegni istituzionali». È questa la posizione sostenuta, precisando che «l’applicazione dell’istituto va modulata sull’entità dell’impegno istituzionale e non c’è automatismo, come invece si vuol sostenere. Del resto, le funzioni governative non sono arbitrariamente presenti nella richiesta di rinvio ma sono già previste dalla legge». Per gli avvocati di Stato, «il giudice può accertare la sussistenza del fatto opposto quale legittimo impedimento, quando è coessenziale all’espletamento di un dovere istituzionale concomitante con l’udienza processuale. Ma non può sindacare e fare alcun apprezzamento di merito, avendo il dovere di rinviare la causa e programmare un nuovo calendario delle udienze».

I tempi della sentenza
Come detto solo giovedì si aprirà la camera di consiglio per i giudici costituzionali. L’annuncio ufficiale, a conferma del calendario già stilato, è del presidente della Corte, Ugo De Siervo. Domani, i giudici della Corte Costituzionale sono chiamati a decidere sulla ammissibilità dei referendum, uno dei quali riguarda proprio la norma in questione.
Intanto i bookmaker all’estero si mostrano già sicuri dell’esito della camera di consiglio. La legge che blocca i processi di Silvio Berlusconi non sarà ritenuta ammissibile, almeno secondo il bookie anglo-svedese Unibet che – come informa Agipronews – quota la bocciatura a 1,03. Le possibilità della sua conferma schizzano invece in alto e si piazzano a 10,00.

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