Ritorno al medioevo: Ratzinger vieta l’insegnamento dell’educazione sessuale

ROMA – “È infatti di per sé già un crimine indagare ciò che è illecito, tentare di conoscere quanto è nascosto. Osare quanto è vietato, interrogarsi sulla fine del benessere di un altro”.

Con questa lettera ai prefetti dell’Impero d’oriente, nel 382 d.C., Teodosio, l’imperatore che aveva fatto diventare il cristianesimo religione di stato obbligatoria, ordina ai suoi sottoposti di vietare qualsiasi ricerca scientifica, perché l’unica conoscenza è quella che proviene da Dio e passa al popolo attraverso i suoi sacerdoti.

“La libertà religiosa non è minacciata solo dalle bombe dei fondamentalisti islamici. Il diritto a professare una propria fede oggi è messa dura prova anche da quegli Stati che promuovono per legge stili di vita contrari ai principi di fede come l’educazione sessuale o civile nelle scuole e la disgregazione della famiglia tradizionale; non difendono la vita nascente ricorrendo a manipolazioni genetiche, contraccezione e aborto …”
Con queste parole oscurantiste, degne di tiranno teocratico, Ratzinger si è presentato lunedì ai rappresentanti del Corpo diplomatico presso la Santa Sede. Che dire, c’è da rimanere allibiti. Allibiti soprattutto del silenzio dei politici, degli intellettuali e dei giornalisti che riportano queste parole intollerabili per una società civile senza fare nemmeno un piccola critica.
Nessuno sembra rendersi conto che con queste assurde parole il Papa mette sullo stesso piano i fanatici religiosi che mettono le bombe e chi vuole insegnare agli adolescenti l’educazione sessuale per salvarli da malattie e sofferenze fisiche e psichiche.

Nessuno sembra rendersi conto, o vigliaccamente tace, che se fossero applicate queste regole nelle scuole, e c’è da scommetterci che qualcuno lo farà, i ragazzi resterebbero all’oscuro, non solo del significato e del senso della sessualità, ma anche a quali conseguenze possono andare incontro nell’incontro sessuale con l’altro da sé. E non parliamo di raffreddori: parliamo di malattie veneree, parliamo di Aids che porta alla morte e alla nascita di bambini malati,  parliamo di aborti che aumenterebbero di dismisura senza una adeguata educazione alla sessualità e all’uso dei contraccettivi.
Si rimani allibiti di come nel 2011 vi sia ancora la tendenza a perpetuare un regime teocratico millenario che vuole eliminare persino il pensiero scientifico riproponendo una ‘sapienza’ che deve venire dall’alto dei cieli per bocca del ‘rappresentante in terra del dio cattolico’. Si rimane allibiti anche dall’attacco che Ratzinger  fa all’educazione civile, come se anche nel pensiero laico si nascondesse quel ‘male’, che, delirantemente, i cattolici rappresentato con la favoletta del diavolo.

Per Ratzinger e per i suoi accoliti le leggi divine, che solo lui conosce perfettamente, essendo in diretto contato con il proprio creatore, devono divenire leggi di stato. E ci si può giurare che fra non molto qualche solerte alfiere del cattolicesimo regalerà al Papa queste leggi preconfezionate a misura della loro divinità cattolica.
E non sono le prime avvisaglie di attacchi alla democrazia. Navarro Vals nell’aprile dello scorso anno affermava :”Una democrazia deve riconoscere il valore di verità, naturale e generale, della religiosità umana, considerandolo un diritto comune, indispensabile cioè per il bene di tutti (…) non è possibile, in effetti, escludere il valore politico e solidale della religione senza estromettere, al contempo, anche la giustizia dalle leggi dello Stato (…) la religione è un valore umano fondamentale e inevitabile, il quale deve essere valorizzato e garantito legalmente nella sua rilevanza pubblica”. Ha proprio scritto così. Tant’è vero che D’Arcais rispondeva, qualche giorno dopo sulle pagine de La Repubblica, che l’ex portavoce del vaticano, con questo suo dire, in effetti, dichiarava che “l´ateo, lo scettico, il miscredente, insomma il cittadino che non si riconosca in alcuna “religiosità umana”, verrebbe irrimediabilmente colpito da ostracismo, e declassato a cittadino di serie B. Il suo ateismo, infatti, non solo non troverebbe posto in questo discriminatorio “diritto comune”, ma verrebbe implicitamente tacciato di essere contrario al “bene di tutti”.

Ma non è mica finita qui secondo quanto scriveva Leonardo Lugaresi sulle pagine de L’Osservatore Romano del 14 ottobre 2010, il non credente non apparterebbe neppure al genere umano: “Il fatto è che la relazione di Dio con l’uomo, di cui sopra abbiamo detto è costitutiva dell’identità umana …” Neppure Teodosio avrebbe osato tanto, eppure questo dire del buon cristianuccio Lugaresi, il quale esprimendo questo giudizio consegna buona parte dell’umanità allo stato ferino, passa quasi inosservato dai ‘grandi comunicatori di massa’.

Solo Cacciari si dice infuriato dalle parole del Pastore tedesco. Ma è un dolce veleno perché, surrettiziamente, il sindaco di Venezia vuole far passare il suo furore per una critica a Ratzinger mentre in effetti appare più preoccupato dal fatto che il capo della chiesa cattolica mostri a tutti il suo vero volto, e il vero volto della Chiesa cattolica, che sotto un sorriso ebefrenico nasconde l’ottusità, la violenza, la voglia insana di sopprimere ogni barlume di libero pensiero e la conseguente ricerca e diffusione del sapere scientifico.
La non ribellione dell’intellighenzia e della politica italiana a tutte queste affermazioni antidemocratiche, francamente deliranti, che abbiamo raccolto dai giornali e dai comunicati stampa, non solo ci fa perdere la speranza d’una possibile revanche del pensiero ateo, ma ci fa pensare anche ad una assoluta vigliaccheria ed a una genuflessione della stampa,  e dei giornalisti, a questo stato delle cose teocratico e quindi antidemocratico. Ci fa pensare a tragici movimenti clerical-fascisti tenuti ben nascosti anche dai catto-comunisti e, purtroppo anche da chi, dice, di appartenere alla sinistra laica.

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