In Europa l’economia va di male in peggio. In Italia di più

ROMA – BCE ed Eurostat annunciano cifre nerissime su redditi, consumi e risparmi delle famiglie europee con minimi storici a raffica ed in Italia il Centro Studi di Confindustria stima un nuovo calo della produzione ad ottobre con previsioni negative per il quarto trimestre dell’anno.

In bianco e nero invece i dati Istat su Lavoro e retribuzioni nella grande impresa, con le retribuzioni appena in salita e le ore di Cig che si impennano.

Per le famiglie europee un secondo trimestre nerissimo
Secondo la BCE ed Eurostat il tasso di variazione del reddito lordo disponibile per le famiglie dell’eurozona ha fatto registrare una riduzione pari al – 0,2 %. A pesare sarebbero state soprattutto tasse e balzelli il cui aumento è stato solo parzialmente compensato dagli incrementi delle retribuzioni.
Anche il tasso di crescita della spesa per consumi ha decelerato facendo segnare +0,7% rispetto a +1,7% del precedente trimestre. Contrazione pari a -3,8% per la spesa in investimenti non finanziari, contro il – 0,7% del trimestre precedente. Invariato al 3,1% il tasso di crescita annuale degli investimenti finanziari.
In forte riduzione sia la ricchezza immobiliare delle famiglie dell’Eurozona, -2,3% dopo -1,5% del primo trimestre, che quella finanziaria con un tasso di crescita annuale negativo pari al -7,9% dopo il -7,1% del precedente trimestre.

Complessivamente il tasso di variazione della ricchezza netta delle famiglie ha registrato una contrazione pari a -1,5%, facendo segnare un balzo verso il basso rispetto alla flessione del trimestre precedente (-0,6%).
Ma il tasto forse più dolente per le famiglie è quello del tasso di risparmio che ha registrato una contrazione pari a -3,7% rispetto a +0,8% del precedente trimestre.
Ne risulta un tasso di risparmio delle famiglie dell’Eurozona crollato al 12,9% del reddito disponibile, che per la propensione al risparmio delle famiglie di eurolandia costituisce il minimo storico dall’avvio della rilevazioni statistiche nel primo trimestre del 1999, anno in cui venne creato l’euro, allora la propensione al risparmio faceva registrare il 15,17% del reddito disponibile.
Nuovo minimo storico anche per la spesa per investimenti delle famiglie scesa all’8,8% del reddito disponibile.
Stabile invece il dato relativo alla UE nel suo complesso dove il tasso di risparmio delle famiglie è rimasto stabile all’11% del reddito disponibile, mentre la spesa per investimenti, all’8,1% del reddito disponibile, tocca il livello minimo dal quarto trimestre del 2009.

Confindustria. Nuovo calo della produzione ma andrà peggio
Il Centro studi di Confindustria ha rilevato un calo della produzione industriale, con  dati destagionalizzati e corretti per il numero di giorni lavorativi, dello 0,6% in ottobre su settembre, quando è stata stimata una variazione di -1% sul mese precedente.
Impressionante il terreno perduto rispetto al picco pre-crisi, che risale al mese di aprile 2008, rispetto ad allora il livello di attività rimane inferiore del 23,2 per cento, quasi un quarto in meno.
La produzione media nazionale, al netto delle due giornate lavorative in più questo mese, è in diminuzione del 4% rispetto a ottobre 2011, era -3,8% in settembre, ma con due giorni lavorativi in meno.
Sorprendente il fatto che nel terzo trimestre l’attività abbia visto un lieve segno positivo sul secondo (+0,2%, dal -1,6%), grazie soprattutto al significativo progresso di agosto (+1,7%). Questi dati, se confermati, anche la distribuzione delle giornate lavorative potrebbe avere influenzato le statistiche, segnerebbero una svolta dopo un anno ininterrotto di segni meno.
Nel quarto trimestre la dinamica attesa è comunque negativa grazie anche alla variazione acquisita in ottobre che è  -0,7% (-0,1% ereditato dal terzo).
Istat. Molte ombre nell’occupazione delle grandi imprese

L’Istat ha diffuso oggi le statistiche relative a Lavoro e retribuzioni nelle grandi imprese.
Se da una parte compaiono dati tendenzialmente rassicuranti, come quelli relativi all’occupazione nelle grandi imprese che al lordo dei dipendenti in cassa integrazione guadagni (Cig) ad agosto 2012 fa segnare una variazione nulla rispetto a luglio mentre al netto dei dipendenti in Cig si registra una diminuzione dello 0,1%, il medesimo documento esprime dati oltremodo preoccupanti, come il numero di ore lavorate per dipendente (al netto dei dipendenti in Cig) che registra una diminuzione, rispetto ad agosto 2011, dello 0,5%.
Il dato più preoccupante è però l’incidenza delle ore di cassa integrazione guadagni utilizzate che è pari a 45,4 ore ogni mille ore lavorate, con un aumento di ben 11,3 ore ogni mille rispetto ad agosto 2011.
In chiaroscuro anche il dato sulla retribuzione, se ad agosto la retribuzione lorda per ora lavorata (dati destagionalizzati) registra infatti un aumento del 2,6% rispetto al mese precedente, rispetto ad agosto 2011 la retribuzione lorda per dipendente (al netto dei dipendenti in Cig) cresce di appena l’1,9% e il costo del lavoro per dipendente dell’1,6%.
L’Istat comunica infine che Considerando la sola componente continuativa, la retribuzione lorda per dipendente aumenta, rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, del 2,3%. Nel periodo gennaio-agosto la retribuzione lorda per dipendente registra un incremento, nel confronto con lo stesso periodo dell’anno precedente, dello 0,5%, mentre il costo del lavoro cresce dello 0,6%.

 

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