Al Movimento ferroviario sciopero a oltranza: “L’Ilva faccia un passo indietro”
TARANTO – Sono migliaia i manifestanti, fra operai dell`Ilva, cittadini di Taranto, associazioni, lavoratrici e lavoratori che hanno aderito al corteo partito dall’Arsenale e terminato a piazza della Vittoria.
“Salute, Sicurezza, Lavoro, Ambiente, per i lavoratori dell’ILVA e per tutta la città di Taranto”. Questo lo slogan di questa partecipata manifestazione, lanciata dagli operai del reparto Movimento Ferroviari, tutti compattamente in sciopero e in presidio da 11 giorni a seguito dell’omicidio sul lavoro del giovane addetto del MOF, Claudio Marsella. Lo sciopero è stato da subito sostenuto dall’USB, che ha raccolto l’appello alla mobilitazione ed oggi sta sfilando a Taranto per dire basta agli omicidi, in fabbrica ed in città; basta agli accordi che riducono la sicurezza per aumentare i profitti.
“CIAO CLAUDIO”, è la scritta impressa sullo striscione che apre il corteo, seguìto da un altro che recita:“GLI ACCORDI SONO VOSTRI, LE VITE SONO NOSTRE”, in riferimento, all’accordo siglato il 10 novembre 2010 da FIM FIOM e UILM, in cui si prevede che gli addetti al MOF lavorino da soli. La Confederazione USB, nel sostenere incondizionatamente la lotta dei lavoratori Ilva in sciopero, ha costituito una Cassa di Resistenza, a cui è possibile contribuire utilizzando il C/C intestato a : Cassa di resistenza ILVA Taranto IBAN IT 17 W 03127 03201 000000001801.
Alla Cassa di Resistenza stanno contribuendo direttamente in piazza a Bologna, Milano e Roma i tanti lavoratori e lavoratrici della scuola, gli studenti, i precari, che sempre questo pomeriggio stanno manifestando in tante piazze d’Italia per la riconquista della Scuola Statale.
Nel frattempo c’è una novità. Inaffti, al Movimento ferroviario dell’Ilva lo sciopero non si fermerà domattina alle 7 come era stato annunciato nei giorni scorsi, bensì proseguirà ad oltranza «e comunque sin quando dall’azienda non arriveranno segnali chiari e concreti di ridiscussione dell’accordo del 2010».
«Il lavoro al Movimento ferroviario oggi non è sicuro – denunciano gli stessi lavoratori – e per questo chiediamo all’Ilva una svolta rispetto all’accordo del 2010. Quell’accordo, che introduce l’operatore unico sui carri
ferroviari, è stato firmato da Fim, Fiom e Uilm ed è stato fatto passare dietro la corresponsione dell’una tantum 450 euro. Noi chiediamo che ci siano due addetti per convoglio ferroviario se provvisto di radiocomando, altrimenti chiediamo che ci siano tre operatori. Sin quando l’Ilva non ci dirà che accetta le nostre proposte, andremo avanti con lo sciopero».