Austerity. Manifestazione ad alta tensione. A rimetterci sempre i più deboli

ROMA – “Ce la siamo vista brutta”. “Io non metterò più piede ad una manifestazione”. “Non riuscivo a respirare più, pensavo di morire”.

Queste sono solo alcune dei commenti a caldo di alcuni studenti delle scuole medie e superiori della capitale che, ancora con il cuore in gola, si sono trovati nel posto sbagliato al momento sbagliato. Insomma, oggi per molti doveva essere una mobilitazione pacifica  contro l’austerity e i tagli del governo. Invece, si sono registrati scontri, sono partite delle violentissime cariche da parte di agenti in tenuta anti sommossa, tanto da far riaffiorare il solito perentorio messaggio a cui ci hanno fin troppo abituato in questi ultimi tempi: “Ne colpisco uno, per educarne cento”.

E nella maggior parte dei casi a rimetterci non sono mai i veri responsabili, basta guardare i tanti video diffusi in rete. Così può succedere che i cosiddetti facinorosi, quelli che nascondono il volto dentro un casco imbracciando i bastoni, abituati al lancio delle bombe carta, delle bottiglie o dei sanpietrini, la facciano franca, al contrario di quelli che manifestano onestamente a viso scoperto e con le mani ben in vista e che improvvisamente si trovano costretti a scappare da qualcosa di cui neppure conoscono l’esistenza.

E nella capitale gli scontri si sono registrati fin dalle prime ore quando sono iniziati i primi tafferugli  tra agenti di Polizia e Blocco Studentesco a Via di Ripetta. Poi a Montecitorio dove alcuni studenti si  protetti dietro a scudi di gommapiuma sono entrati in contatto con i celerini. E infine, quelli più violenti, sul Lungotevere dove c’è stato prima un lancio di pietre e bottiglie seguita da una carica violentissima da parte degli agenti in tenuta antisommossa che si è aperta un varco con i lacrimogeni. Si calcola che almeno 50 studenti siano stati fermati e condotti in caserma.

Di sicuro la situazione più pericolosa si è registrata a Torino, dove i manifestanti hanno dato vita a tre cortei. Il bilancio è di  tre  rappresentanti delle forze dell’ordine rimasti feriti, uno dei quali in maniera  grave in seguito ad un’aggressione da parte degli autonomi davanti alla sede della Provincia di corso Inghilterra a Torino. Secondo la ricostruzione fornita dalle autorità, l’agente sarebbe stato accerchiato da diversi giovani che con bastoni e mazze da baseball lo hanno colpito alla testa, spaccandogli il casco, per poi colpirlo ulteriormente al volto e a un braccio.

Anche a Milano la rabbia di alcuni manifestanti si è fatta sentire. Sono state prese di mira le vetrine delle banche e una sede dell’Enel con lanci di sassi, bottiglie e fumogeni. Sono seguiti degli scontri e stando alle ultime notizie  almeno dieci  poliziotti sarebbero rimasti feriti.
Anche a Brescia si sono registrate cariche e scontri durante l’occupazione dei binari, durante i quali tre persone sono state fermate dagli agenti.
A Padova, sempre durante il corteo che ha attraversato il centro cittadino, i manifestanti sono entrati a contatto con le Forze dell’ordine e due agenti sono rimasti feriti. Uno dei due ha riportato la lacerazione di una gamba a causa dello scoppio di una bomba carta mentre l’altro ha avuto un mancamento a causa dell’esplosione di un altro ordigno.

Tensione anche a Napoli, dove alcuni studenti hanno occupato i binari della stazione centrale.  A Palermo,  invece,   i lavoratori Gesip hanno occupato la stazione centrale di Palermo. A Firenze, a differenza di tutte le altre città,  il corteo partecipato da almeno 30mila persone si è svolto regolarmente.  Il massimo della tensione è stato rappresentato dal lancio di uova e vernice contro la sede di Bankitalia e le vetrine di altri due istituti bancari.

Tuttavia la voce della protesta, intesa come segnale di dissenso contro le politiche di austerity, si è fatta sentire su tutta la penisola. Ha chiesto all’unisono che la scuola, l’università non solo resti pubblica, ma che venga rilanciata e possa tornare a svolgere una funzione degna di un paese che si ritiene sulla carta democratico. Ma non solo. Le politiche liberiste, ed è sotto gli occhi di tutti, hanno provocato quelli che molti definiscono una vera e propria”macelleria sociale”, annientando i diritti sociali e occupazionali a vantaggio dei poteri forti e delle lobby finanziarie. Insomma, una cosa è certa, proprio come avviene spesso nelle manifestazioni a rimetterci sono sempre la parte debole di questo disastrato Paese.

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